Fondazione Symbola e Enel hanno realizzato un censimento sui migliori casi di circular economy della Penisola. Il risultato è lo studio “100 Italian circular economy stories”, che raccoglie i 100 campioni nostrani dell’economia circolare.
La maggiore efficienza che caratterizza la gran parte dei soggetti censiti si traduce per l’Italia in minori costi produttivi, minore dipendenza dall’estero per le risorse, maggiore competitività e innovazione, che intreccia anche le tecnologie dell’industria 4.0. Tutti i settori e tutte le filiere ne sono interessati, dall’agricoltura all’abbigliamento, dal design alla meccanica (con la progettazione di macchine utensili sempre più orientate all’efficienza e al recupero, e anche per questo siamo leader mondiali) dalla chimica all’arredo casa: che si tratti di prodotti realizzati da una grande varietà di scarti (le briccole usate di Venezia, il pastazzo degli agrumi, le bottiglie in plastica) o della rigenerazione degli elettrodomestici, del riutilizzo degli abiti (magari dando una nuova occasione a persone in difficoltà) o della produzione di bioplastiche. Con la grande novità che l’economia circolare – gli scarti di un’impresa diventano la materia prima di un’altra – intreccia le filiere tra loro e ne riscrive i rapporti: dando nuove opportunità a quella capacità collaborativa che, basti osservare i distretti, è parte del DNA e della competitività del nostro sistema produttivo. L’economia circolare rinnova e arricchisce la nostra vocazione al design.
Le cento eccellenze descrivono un Paese che, nonostante i tanti problemi e ritardi, è all’avanguardia su temi cruciali come la sostenibilità ambientale, la gestione della scarsità delle risorse e il contrasto ai cambiamenti climatici. Sfide ambientali che chiamano in causa ricerca, innovazione, tecnologie, competenze, formazione: in ultima analisi la competitività complessiva di un sistema Paese.
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Fonte: Fondazione Symbola