Un premio “politico” (nella giusta direzione?). Alcune segnalazioni molto interessanti, resta irrisolto il problema di “misurare la prevenzione”.
Premessa e introduzione al premio
Le esperienze premiate
Aprica spa Brescia
Comune di Oristano
Comune di Trento
Istituto Schole onlus
Nexive – Banco Alimentare
Regione Campania
Menzione speciale all’Istat
Alcune considerazioni conclusive e qualche stimolo
Premessa e introduzione al premio
Il 3 marzo sono stai assegnati i riconoscimenti della seconda edizione del “Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti” 2015, promosso da Legambiente e Federambiente, indetto a fine 2014[1] (e a cui si poteva partecipare sulla base del format riportato in nota[2]).
Il premio ha l’obiettivo di individuare e promuovere le buone pratiche nazionali, valorizzare le esperienze più rilevanti e innovative e stimolare un’ampia riflessione sul tema per accompagnare l’implementazione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti[3].
Di uso eco efficiente delle risorse e la prevenzione dei rifiuti si è occupata Rossana Laraia (Ispra) richiamando l’elaborazione comunitaria sull’economia circolare[4] ha sostenuto che la priorità assoluta per tutte le fasi dell’economia circolare è far sì che si producano meno rifiuti, ricordando le azioni prioritarie: definizione di condizioni minime di funzionamento dei regimi di responsabilità estesa del produttore; elaborazione di Strategie nazionali di prevenzione dei rifiuti alimentari; promozione di investimenti per le soluzioni di gestione dei rifiuti che si trovano in testa alla gerarchia (prevenzione, riutilizzo, riciclaggio).
Ha quindi ripreso alcune proposte del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) per l’implementazione e lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (PNPR), quali quelle sull’individuazione di indicatori di prevenzione (in grado di descrivere la situazione esistente, misurare le evoluzioni e attribuire le evoluzioni all’azione delle misure di prevenzione), quelle sulla stima del food waste” presente nei rifiuto per quantificare i margini di prevenzione sullo “spreco alimentare” e quelle sulla necessità di una banca dati sulla prevenzione a partire magari da una modifica del MUD per la raccolta di dati (qualitativi e quantitativi) sulle attività di prevenzione[5].
Gli organizzatori hanno presentato il premio [6], rivolto a soggetti (amministrazioni ed enti pubblici e privati; imprese; imprese multiutility e di gestione dei rifiuti; mondo dell’istruzione e della ricerca; Terzo Settore -cooperative, associazioni associazioni ecc.) che hanno realizzato sul territorio nazionale iniziative di prevenzione dei rifiuti ancora in corso o concluse di recente (non prima del 1° gennaio 2014).
Le azioni validate sono state 88 (il 24% in più dello scorso anno).
31 della Pubblica Amministrazione, 22 del terzo settore, 21 delle Imprese I.A., 11 delle imprese e 3 di altra tipologia di proponente.
53 sono localizzate al nord, 23 al centro, 6 al sud e 4 nelle isole.
La tipologia di azione più diffusa riguarda riguarda la promozione di forme di consumo sostenibile, che consentono una minore produzione di rifiuti. Anche il riutilizzo dei beni è piuttosto diffuso, insieme alle misure che puntano a informare, educare e sensibilizzare. La promozione dell’eco-design finalizzata all’innovazione di prodotto è utilizzata soprattutto dal sistema delle imprese, in particolare del settore del packaging.
Le frazioni merceologiche di beni/rifiuti più interessate da misure di prevenzione sono:
• il rifiuto organico e lo spreco alimentare;
• gli imballaggi;
• i beni durevoli oggetto di riutilizzo.
La fase del ciclo di vita dei materiali in cui le misure di prevenzione intervengono più frequentemente è quella dell’acquisto e del consumo dei beni da cui originano i rifiuti.
Se si esclude il caso delle imprese (che agiscono sul mercato nazionale o internazionale), la scala geografica più ricorrente nell’attuazione delle misure di prevenzione è quella comunale (o intercomunale).
I principali destinatari delle misure di prevenzione dei rifiuti sono i cittadini consumatori , anche se sono diverse le misure rivolte agli operatori economici (imprese, commercianti) e al mondo della scuola (studenti, insegnanti ecc ).
Le tipologie di strumenti più utilizzate variano in base ai soggetti attuatori: gli strumenti economici sono utilizzati dalla P.A. e dal sistema delle imprese; gli strumenti normativi dalla P.A. e quelli volontari soprattutto dalle imprese di I.A., insieme agli strumenti di comunicazione (educazione, sensibilizzazione, informazione); gli strumenti di comunicazione e di sensibilizzazione sono utilizzati soprattutto dalle realtà del terzo settore.
Il premi sono stati assegnati da una Commissione valutatrice composta da rappresentanti delle principali istituzioni nazionali che si occupano occupano di ambiente e rifiuti (MATTM, ISPRA, ANCI, CTS Prevenzione), da rappresentati del mondo accademico (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Bologna) e del Parlamento(Commissioni Ambiente di Camera e Senato).
La valutazione delle candidature è avvenuta in base a criteri specifici quali:
• efficacia sotto il profilo ambientale, economico, socio-culturale;
• aspetti comunicativi;
• replicabilità;
• innovazione;
• accuratezza nella misurazione e nella valutazione dei risultati;
• diffusione (in termini di scala geografica, popolazione raggiunta) e durata.
Le esperienze premiate
La azioni premiate sono le seguenti[7].
Aprica spa Brescia
Aprica spa Brescia[8] per 5 iniziative, per ognuna delle quali si è contabilizzata[9]
la riduzione di rifiuti:
- Riduzione degli imballaggi nella GDO: segnalando, tramite apposita cartellonistica, all’interno della GDO i prodotti che hanno attuato un percorso di riduzione dell’imballo si possono indirizzare gli acquisti verso prodotti più sostenibili. Rifiuti evitati 5,9 t/a.
- Riduzione degli imballaggi nella vendita di ortofrutta in filiera corta: fornendo ai produttori agricoli locali, cassette a rendere per la commercializzazione dei loro prodotti, si rende possibile il riuso di un gran numero di cassette, riducendo grandi quantità di rifiuti. Rifiuti evitati 0,7 t/a.
- Spesa in cassetta (Farm delivery): Vendita di frutta e verdura biologici, proposti direttamente dai produttori in cassette ”a rendere”, direttamente a domicilio o in punti di ritiro per eliminare tutti gli imballaggi, primari e secondari, riducendo i costi. Rifiuti evitati 85,5 t/a
- Distribuzione degli alimenti invenduti: si tratta del ritiro gratuito presso le GDO di merci prossime alla scadenza o comunque invendibili, consegnate per la distribuzione a Onlus locali, in sintonia con quanto previsto dalla cosiddetta legge “Del Buon Samaritano” (n. 155/2003 e art 10 D.lgs 4 dic.1997, n. 460). Rifiuti evitati 107,3 t/a.
- Acqua del rubinetto: un patrimonio sostenibile: promuovere la cultura dell’uso di acqua del rubinetto o distribuita con appositi erogatori, nelle mense, nei Bar, nei r
istoranti, pizzerie ecc. , riduce notevolmente gli imballaggi in plastica o vetro. Sono stati presi in considerazione i seguenti ambiti: mense, circuito Horeca, sede Aprica, fontanelli pubblici. Rifiuti evitati 62,7 t/a.
Comune di Oristano
Comune di Oristano[10] ha presentato i risultati del progetto LeggeOR -“Oristano Leggera” (Acquisti verdi e inversione di tendenza dei consumi) promosso da un’associazione ambientalista (e che ha potuto usufruire di una finanziamento comunitario) teso a fornire “idee per vivere meglio e consumare meno”.
Sono state promosse 4 azioni:
Azione 1 – “Acquisti pubblici Leggeri”: ha ridisegnato i sistemi di acquisizione di beni della Amministrazione Comunale attraverso l’adozione di “acquisti verdi” e formando tutto il personale dell’ente con strumenti pratici per il raggiungimento degli obiettivi. Interessante risulta lo sforzo per la riduzione degli impatti ambientali e l’introduzione di criteri ambientali per stimolare la razionalizzazione della spesa pubblica attraverso l’approccio del Life Cycle Costing, ovvero valutazione del costo per l’intera durata d’uso del bene:
Azione 2 – “Mense leggere” : ha coinvolto le scuole comunali in un progetto sperimentale di “non spreco” ( eliminazione delle stoviglie usa e getta nelle mense scolastiche, consumo di prodotti a km 0 ) e sensibilizzando alunni e famiglie al tema della sostenibilità dei consumi, con il coinvolgimento di 3 istituti comprensivi per un totale di 243 alunni e insegnanti (circa 1/3 del totale). Il notevole successo dell’iniziativa è stato tradotto in buona pratica e, nella predisposizione dell’appalto per l’aggiudicazione del servizio mensa nell’anno scolastico 2013/2014 è stato previsto, tra i criteri premiali per l’assegnazione del punteggio, la fornitura del servizio mensa con l’utilizzo degli stessi accorgimenti previsti dall’iniziativa “mensa leggera”. L’iniziativa è stata implementata attraverso l’estensione a tutte le scuole che effettuano il servizio di preparazione pasti (circa 850 alunni)
Azione 3 – “Sartiglia Leggera” : si tratta di una iniziativa di carattere annuale che è più di “minimizzazione “ che di “prevenzione” dei rifiuti. Mira infatti a ridurre la produzione e i costi di smaltimento dei rifiuti, organizzare o rendere più efficace le raccolte differenziate.
4 – “Spesa Leggera” : una campagna di coinvolgimento e sensibilizzazione tra la cittadinanza e gli operatori del commercio sulle buone pratiche strettamente legate al carrello della spesa, al consumo consapevole e alla riduzione dei rifiuti al momento dell’acquisto
Il progetto è certamente importante dal punto di vista della comunicazione e della educazione a stili di vita e consumo sostenibili, ma va rilevato che per nessuna della 4 azioni si è potuta contabilizzare l’effettiva riduzione dei rifiuti.
Comune di Trento
Il Comune di Trento[11] ha presentato il suo (efficace) piano per la riduzione dei rifiuto residuo, passato dai 266 kg/ab/a del 2008 ai 102 kg/ab/a del 2014.
A questo risultato (che pone il Comune all’avanguardia tra le città capoluogo e di medio grandi dimensioni nel nostro paese) si è arrivati attraverso quella che viene presentata come una “strategia integrata con molteplici azioni e attori coinvolti”.
I primi e più importanti sono stati l’introduzione della raccolta domiciliare porta a porta e della tariffa puntuale, anche se hanno avuto la loro importanza anche altre azioni inserite nel Piano di riduzione:
- Progetto Ecoacquisti
- Progetto Ecoristorazione
- Progetto Ecofeste
- compostaggio domestico
- altre azioni individuate sulla base delle analisi merceologiche.
Numerose sono state a sostegno le attività di sensibilizzazione, che hanno mobilitato una pluralità di soggetti:
- Attività nelle scuole (circa 150 ore anno)
- Incontri informativi (finora oltre 160 incontri)
- Progetto «ecovolontari»
- Progetto con stranieri «ecodifferenziati»
- Attività con associazioni di categoria .
Istituto Schole onlus
Il riconoscimento all’Istituto Scholè[12] è stato attribuito per l’originale tentativo di veicolare il tema della prevenzione dei rifiuti e della sostenibilità ambientale attraverso il canale delle associazioni sportive, nella convinzione che riuscire a coinvolgere l’intero mondo sportivo (quindi non solo le società, ma anche la gestione degli impianti e l’organizzazione di manifestazioni ed eventi) potrebbe dare importanti risultati sia sotto il profilo qualitativo (diffusione della cultura ambientale) che quantitativo.
Per il progetto “+ sport – sprechi” sono stati realizzati:
- un torneo di minivolley in cui le società si sfidavano anche nella riduzione di bottiglie di plastica;
- eventi sportivi giornalieri con, a bordo campo, rubinetti per riempire le borracce e sistemi di raccolta differenziata;
- una sfida per individuare la Società sportiva più “amica dell’ambiente” (più foto la Società manda mentre gli atleti bevono con la borraccia più si raccolgono punti).
Sono stati coinvolti gli Amministratori delle società nella scelta delle forniture per gli eventi sportivi.
Sono stati raggiunti più di 500 atleti e i dati raccolti sono stati elaborati da un Tool di calcolo degli impatti ambientali messo a punto dal Politecnico di Milano (oggetto di una tesi di laurea) e attraverso il quale è emerso che nell’ambito dell’iniziativa sono stati risparmiati:
• 68.291 g CO2
• 6.552 litri d’acqua
• 176,919 kWh.
E che in un anno di allenamenti e partite ogni squadra, grazie al solo uso delle borracce in sostituzione delle bottiglie di plastica, potrebbe risparmiare:
• l’emissione di 77 kg di CO2 (pari a quella emessa da un’auto per percorrere 406 km);
• 199 kWh (pari all’energia elettrica necessaria per tenere accesa oltre 11 mesi una lampadina a risparmio energetico)
• 150 euro.
Utile indicazione, quest’ultima, giusto segnalarla.
Purtroppo, anche in questo caso, non si calcola la riduzione di rifiuti ottenuta (o almeno ottenibile) con le azioni praticate (o proposte).
Nexive – Banco Alimentare
E’ stato poi premiato un progetto [13] che incentiva le scuole milanesi a consegnare le eccedenze alimentari prodotte nelle mense al progetto Siticibo ristorazione. Grazie ad essoil Banco Alimentare, grazie alla legge n. 155/03, ritira cibo cucinato, alimenti freschi, come frutta, verdura, pane e dolci, non serviti, per coinvogliarli con i suoi volontari al consumo nelle strutture caritative convenzionate, nel giro di poche ore.
Dalle mense aziendali si ricava cibo cucinato, da hotels e panetterie prodotto da forno, da catering e banchetti cibo fresco e cucinato ed infine dalle mense scolastiche pane e frutta (da 100 mense sono ricavati 54.418 kg di pane e 99.772 kg di frutta,m più 1.865 porzioni di dolci, consegnati immediatamente a 58 strutture caritatevoli della città.
In questo modo si evita lo smaltimento di 156 tonnellate di cibo recuperato (il Banco Alimentare calcola che ciò porti anche al risparmio di 153.000 mc di acqua necessari per produrlo e dell’immissione in atmosfera di 73 tonnellate di Co2).
Per incentivare la scuole a donare le eccedenze a Banco Alimentare, dal 2013 è partito un altro progetto in collaborazione con il centro di produzione carta Nexi
ve, che prevede la donazione alle scuole, che aderiscono al circuito Siticibo, di rotoli di carta in eccedenza del centro stampa, alti 42 cm e lunghi circa 20 mt. Nel 2013 i rotoli donati sono stati 450 e e nel 2014 700.
Regione Campania
Ci fa piacere sottolineare il premio alla Regione Campania per il suo “Piano attuativo integrato per la riduzione dei rifiuti”[14], un piano che presentammo sulla Finestra sulla prevenzione dei rifiuti più di un anno fa come il primo programma regionale uscito dopo il varo del PNPR (anche se ad un anno di distanza spiace dover prendere atto – come si vedrà più sotto- di alcuni elementi di arretramento).
Rimandiamo a quel numero della Finestra per una descrizione ed un commento al Piano (che allora fu in linea di massima positivo) [15]. Ricordo anche che nel workshop da noi organizzato a Ravenna 2014 difendemmo la scelta regionale di assegnazione di risorse alla prevenzione (che sembrava messa in discussione)[16].
A distanza di un anno vale la pena riprendere un punto di criticità e svilupparne un altro.
Gli Indicatori. Per ciascuna delle 9 azioni di tipo verticale (ovvero finalizzate ad incidere in maniera significativa su una specifica frazione merceologica) e delle 5 azioni di tipo trasversale (finalizzate cioè a garantire il “mainstreaming ambientale”) previste dal Piano sono stati sviluppati indicatori di realizzazione con relativi target di riferimento, al fine di consentirne il monitoraggio dei risultati.
Come rilevammo l’anno è questo un primo punto di debolezza da superare. Non basta infatti “fissare un obiettivo” e farne discendere degli indicatori, bisogna partire da indicatori basati sui dati delle esperienze (maturate anche in altri contesti) relativa alle azioni che si progettano, adeguarli al contesto e poi verificarli ed eventualmente adeguarli sulla base dei risultati reali della azioni. Solo in questo caso si ha una previsione e credibile e soprattutto si utilizza il monitoraggio per correggere ed adeguare la azioni.
Un secondo punto di criticità sta nella riassegnazione delle risorse : da 14 le azioni finanziate sono passate a 6 , finanziate come segue:
AZIONE DI PIANO |
FINANZIAMENTO |
Centri Integrati per il Riutilizzo Ottimale dei beni durevoli – CIRO |
€ 5.000.000,00 |
Chioschi dell’acqua |
€ 3.000.000,00 |
Centri di raccolta |
€ 3.644.111,00 |
Azioni pilota per la riduzione dei rifiuti |
€ 4.650.148,00 |
Compostaggio di prossimità |
€ 10.423.114,00 |
Mense pubbliche ecosostenibili |
€ 2.500.000,00 |
Rispetto alla precedente suddivisione risultano chiari alcuni elementi di arretramento:
- dei 30 milioni assegnati (o in corso di assegnazione?) la metà va a investimenti che è più facile attribuire al circuito della raccolta piuttosto che a quello della prevenzione dei rifiuti (3,644 ml € ai centri “di raccolta” – non di riuso, ai quali restano destinato 5 ml €; 10,243 ml € assegnati a “compostaggio di prossimità” una misura che mira forse a ridurre i costi di raccolta in piccoli nuclei dispersi – ma si tiene tuttora fuori il finanziamento del compostaggio domestico;
- spariscono i fondi assegnati all’ incentivazione del passaggio a tariffa puntuale- ed è questo un arretramento sostanziale, dal momento che la più recente produzione ministeriale (v. Relazione recante l’aggiornamento del Programma Nazionale di Prevenzione Rifiuti aggiornata al 31.12.2014 ed all’attenzione del Parlamento e del governo”[17]ecan) lo considera uno dei driver fondamentali per le prevenzione ma molti piani usciti dopo quello campano le assegnano la giusta centralità (vedasi per tutti l’esempio dell’Emilia Romagna[18]) .
Menzione speciale all’Istat
Infine una “menzione speciale è stata riconosciuta all’ISTAT[19], per “l’impegno che da qualche anno l’Istituto porta avanti per migliorare la propria sostenibilità ambientale e l’efficienza con la quale gestisce le proprie risorse. In particolare è stata apprezzata l’indagine condotta sui consumi interni attraverso l’analisi degli ordinativi, dei processi interni (gestionali e organizzativi) e delle abitudini dei dipendenti, finalizzata a individuare le soluzioni migliori per prevenire i rifiuti generati dai cicli produttivi, dai dipendenti e dagli utenti finali dei servizi dell’Istituto. ”
Nello specifico sono state segnalate tre iniziative:
- il “Il taglia-carte’ – Progetto di Razionalizzazione dell’uso della carta nell’attività di diffusione” , avviato nel 2009 e che ha portato a raggiungere alcuni significativi risultati:
a) riduzione delle pubblicazioni cartacee con le quali l’Istituto diffonde i propri dati e le proprie elaborazioni statistiche attraverso l’utilizzo di formati digitali (dal 2009 al 2014 i volumi pubblicati sono passati da 49 a 7 e le tirature da 36.755 a 6.200) ;
b) dematerializzazione di tutti gli strumenti di comunicazione a supporto degli eventi (programmi, inviti, paline segnaletiche, etc.) attraverso l’utilizzo di monitor e display;
c) modifiche nella gestione della comunicazione interna (ad. es. rassegna stampa solo in versione telematica ecc.).
- il “Progetto erogatori d’acqua filtrata nelle sedi capitoline dell’Istat ” (16 distributori collegati alla rete idrica per l’erogazione di acqua calda e/o refrigerata), avviato nel 2013. L’Istituto stima che gli erogatori, regolarmente utilizzati in tutte le sedi capitoline, portino a una riduzione del consumo di 28 bottiglie/dipendente*anno, che equivalgono a:
• 5 Tir in meno sulle strade;
• 1.500 lt di gasolio risparmiati per il trasporto;
• 11 mila lt circa di petrolio e 13 mila kg circa di CO2 risparmiati per la produzione di PET; • 25 mila euro di risparmio sui costi di ritiro e smaltimento plastica dal parte del gestore.
Curiosamente, non vengono riportate stime sul dato fondamentale, cioè sulla quantità di rifiuti ridotti.
- Il progetto “Riusa PC – Progetto di recupero e riuso pc usati ”, avviato dal 2007 con un progetto pilota (destinatari una selezione di scuole romane) e che ha visto nel 2009 l’entrata al regime e nel 2010 una estensione sperimentale alle stampanti.
Inoltre, il laboratorio ICT dell’ente ha avviato un filone di specializzazione per il recupero e la rigenerazione della componentistica hardware (hard disk, video, memoria) e per l’assemblaggio delle componenti con la finalità di prolungare il ciclo di vita
delle apparecchiature e renderle fruibili in altri contesti.
Ciò consente la riparazione, rigenerazione e donazione di computer e stampanti non più utilizzabili in ambito professionale ad Onlus e scuole.
I risultati sono interessanti, dal momento che dal 2009 sono stati donati 1.300 Personal Computer e 500 stampanti.
Alcune considerazioni conclusive e qualche stimolo
Il premio è sicuramente meritorio e può essere condivisa anche una sua gestione per così dire “politica”.
Credo sia stato giusto premiare iniziative che fanno capire che la prevenzione dei rifiuti comincia a muovere i primi passi (in alcuni casi significativi) anche al sud e nelle isole, è giusto porre l’accento sul recupero e sulla valorizzazione sociale della eccedenze alimentari (nell’anno in cui il Pinpas potrebbe compiere un passo decisivo verso la concretezza, spinto anche dal percorso verso l’approvazione della “carta di Milano” ad Expo 2015 e dal fatto che Francesco ha indetto il “Giubileo della Misericordia”).
Importante anche la segnalazione che anche in una città medio grande misurazione dei rifiuti e tariffa puntuale sono stati il driver per politiche di prevenzione dei rifiuti e anche in questi contesti arrivano a perseguire un sostanziale abbattimento della produzione del rifiuto destinato allo smaltimento.
Non si può però negare se proiettiamo questi risultati in una dimensione futura del Premio (cui anche la Relazione sul Programma di prevenzione sopracitata assegna la giusta importanza) e soprattutto sulle azioni intraprese dal CTS vengano alla mente alcune considerazioni, la prima delle quale è la necessità di una cabina di regia (che non può che essere assunta dallo stesso CTS).
Questa cabina di regia dovrebbe avviare e realizzare, per la gestione e aggiornamento del PNPR (oltre che per un più corretto inquadramento delle prossime edizioni del “Premio prevenzione”):
- un chiarimento su cosa sia prevenzione dei rifiuti e quali azioni possano essere qualificate tali. Per le definizioni si può far riferimento a quelle offerte dalla normativa nazionale e comunitaria, mentre per la loro concettualizzazione è utile un riferimento alle Linee guida nazionali per prevenzione e dei rifiuti[20]. Apppare centrale al riguardo che il compostaggio domestico sia considerato a tutti gli effetti “azione di prevenzione” (come più volte sostenuto e motivato su queste pagine)
- una normalizzazione sugli indicatori che consentono di monitorare i risultati qualitativi ma anche quantitativi della azioni (primieramente in termini di rifiuti ridotti, laddove possibile in termini di carbon footprint); consiglio gli organizzatori di ammettere alla prossima edizione del concorso solo azioni in grado di esibire questo tipo di indicatori e precisi piani di monitoraggio in grado di validarli
- la costruzione e la gestione sistematica di una banca dati nazionale sulle esperienze di prevenzione, capace di offrire alla Regioni che devono mettere a punto e gestire i Programmi Regionali e ai gestori che varano Programmai di prevenzione rifiuti su base territoriale:
a) una cassetta degli attrezzi con la disponibilità degli strumenti normativi, economici e volontari disponibili ai diversi livelli territoriali;
b) le buone pratiche e gli indicatori – da aggiornare continuamente – che emergono dalla sviluppo della azioni;
c) elementi di pro attività – segnalazione di news sulle esperienze, sulle novità normative e le opportunità di finanziamento, apertura di discussioni tra soggetti interessati, … – che crei e consolidi una “community” degli operatori, pubblici e privati, della prevenzione dei rifiuti.
Tutto ciò dovrà stare sull”ipotizzato “sito prevenzione” del MinAmb, che non può essere costruito con la sommatoria di occasioni estemporanee (come i premi) ma sulla base di un disegno organico e su basi scientifiche, riprendendo quanto di buono già realizzato nel nostro paese[21] ed innescandovi i possibili miglioramenti (a partire dal coinvolgimento delle Arpa regionali e da eventuali interventi per inserire una sezione prevenzione – che però va attentamente studiata – nei MUD)
- la sollecitazione delle partenza di alcuni progetti di tipo nazionale, anche a partire dalla modellizzazione di alcune delle indicazioni delle esperienze premiate e/o dalla indicazioni facilmente reperibili: e che potrebbero essere lanciate come “tematiche di riferimento”per la prossima edizione 2016 del Premio prevenzione:
a) in primis, ovviamente, lo sviluppo del Pinpas;
b) le esperienze di prevenzione nei contesti previsti dalla Linee Guida citate e su molti sei quali in questi anni si sono sviluppate (in particolare attraverso progetti comunitari) significative esperienze (GDO, Uffici, domestico, sagre, mense, turismo);
c) il settore del riutilizzo
d) le esperienze di eco fiscalità (misurazione e gestione puntuale della tariffa; gestione eco tassa, ecc.)
- un ragionamento che metta a confronto i programmi regionali di prevenzione rifiuti, li porti a unità in un quadro di coordinamento nazionale a partire dalla indicazioni offerte dalla Relazione sul Programma di prevenzione all’attenzione del Parlamento.
[1] http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/legambiente-e-federambiente-insieme-il-premio-nazionale-sulla-prevenzione-dei-r
[3] si capisce valutando il programma lavori – http://www.federambiente.it/open_attachment.aspx?I0=ee56403f-3884-482c-8103-e0538bb10593
[4] “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti” COM(2014) 398 final.
[7] http://www.lega
mbiente.it//comunicati/meno-rifiuti-meno-sprechi-di-cibo-nei-progetti-vincitori-del-secondo-premio-naz
[9] In sede di presentazione non si è evidenziata la metodologia di calcolo o stima – certamente presente nei materiali più approfonditi. Sarebbe stato interessante presentarla anche qui perché si tratta del’ elemento più importante di questi lavori.
[16] http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=3408&menuindex=
[18] http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=3712&menuindex=
[20] v. normativa a Linee Guida sulla prevenzione dei rifiuti – http://www.federambiente.it/Primopiano/LineeGuida/Linee%20Guida%20Racc%20rifiuti%20Urbani.pdf
[21] Il sito prevenzione di Federambiente (fino a quando è stato alimentato e gestione con le sufficienti professionalità, ha avuto questa funzione)