Il 7/2 si è riunito a Milano l’Expo delle idee per capire quali contenuti sostengono l’esposizione universale.La lotta al divario alimentare e il recupero delle eccedenze prodotte nella filiera riusciranno ad essere centrali e soprattutto operativi?
Il percorso di avvicinamento ad Expo 2015 (manifestazione tanto importante quanto discussa1) ha segnato una tappa importante.
Sabato 7 febbraio 2015 – a pochi mesi dall’inaugurazione dell’evento – si è svolto all’hangar Bicocca “Expo della idee – verso la carta di Milano”2.
Il meeting ha dato il via al percorso verso la stesura del protocollo sulla sicurezza alimentare che sarà “la prima grande eredità di Expo Milano 2015”. Il documento, infatti, sarà consegnato al Segretario Generale dell’Onu Ban-ki Moon in occasione della sua visita a Milano come contributo alla discussione internazionale sugli Obiettivi del Millennio.
La discussione è stata avviata da più di 500 esperti, riuniti attorno a 42 tavoli .
Accanto a loro una partecipazione di personalità e autorità di rilievo.
Dal Sindaco di Milano Pisapia al Governo quasi al completo con il premier Renzi in prima fila.
Il messaggio più importante per la combinazione tra autorevolezza del proponente e puntualità dell’indirizzo che ha voluto dare alla discussione è stato a mio avviso quello del video messaggio di Papa Francesco. Si è trattato di un’efficace denuncia dello spreco e del “divario alimentare” e di un richiamo ad uscire dalle soluzioni “provvisorie” per andare alla cause “strutturali” delle povertà – la difesa delle dignità della persone e del bene comune – e della responsabilità di tutti (non certo dei soli cristiani) verso la terra3.
I 42 tavoli erano suddivisi secondo 4 aree tematiche: le dimensioni dello sviluppo tra equità e sostenibilità; cultura del cibo, energia per vivere insieme; agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; la città umana, futuri possibili tra smart e slow city.
La ‘Carta di Milano’ vuole essere l’anima di Expo 2015 e potrà essere sottoscritta da cittadini, istituzioni, imprese e associazioni e definire gli impegni di ciascuno, prima di essere consegnata ad ottobre al Segretario generale dell’Onu.
Tra le tante sessioni di approfondimento (v. nota)4 ne segnalo due:
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un incontro su ‘Obiettivo Food Policy’ 5;
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L’eredita’ di Expo: la Carta di Milano – con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina
Queste iniziative hanno ripreso un percorso avviato dalla carta di Bologna, firmata dal Ministro dell’ambiente Galletti il 20 novembre, nell’evento ambientale che ha caratterizzato il semestre di Presidenza italiana della UE6.
Il percorso fa parte del Programma nazionale di interventi che il MinAmbiente si è dato contro lo spreco alimentare (Pinpas). Il programma è importante per due regioni:
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inserisce il recupero (e la re distribuzione) delle eccedenze nella più generale lotta agli sprechi che si registrano lungo tutta la catena alimentare (dalla produzione alla distribuzione al consumo) ;
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è il primo “programma attuativo del Programma Nazionale per la Prevenzione dei Rifiuti e dimostra come per arrivare e prevenire e ridurre i rifiuti sia necessario coinvolgere produzione, distribuzione e consumo – con la pianificazione tecnica a logistica ma anche con una trasformazione culturale che sappia introdurre il concetto e il senso del limite.
Vorrei allora tornare all’interrogativo con il quale la Finestra sulla prevenzione dei rifiuti inaugurava il primo numero di quest’anno: “il 2015 è l’anno dell’Expo sul tema nutrire il pianeta. sarà una corsa al consumo o un evento capace di diffondere la sostenibilità e le sue occasioni?”
C’è da dire che una platea mediatica può essere un buon “lancio”, ma c’è bisogno poi di passare dall’indicazione di un tema alle azioni operative.
Vorrei allora offrire due spunti legati alla programmazione della azioni di prevenzione e alla loro integrazione nella gestione dei rifiuti.
Il primo riguarda il Pinpas, che dovrebbe sempre di più configurarsi come la base programmatica che segna una intesa “quadro” tra l’”offerta” di eccedenze alimentari che si creano ai vari livelli della filiera (dagli eccessi di produzione alle eccedenza che si formano nella smagliatura delle rete distributiva – sia di vicinato che di GDO, fino alla ristorazione – fino al cibo scartato da mense e pubblici esercizi) e la “domanda” costituita dalle strutture che fanno capo all’assistenza al “disagio alimentare” (dalle mense ai gruppi di sostegno con distribuzione gratuita di alimenti).
Bisogna individuare i soggetti in grado di rappresentare tutte qu
este aree a livello nazionale (dalle organizzazioni degli agricoltori e dei pescatori, alle associazioni della piccola della grande distribuzione commerciale e degli esercenti, ad associazioni come la Caritas, Mani Tese o le parrocchie o altre di area cattolica e non7).
Ma è a livello di intese volontarie di carattere territoriale – regionale, ma anche di o di “area vasta” – che si possono realizzare gli accordi operativi.
Qui concretamente l’offerta può incontrare la domanda e trovare i suoi mediatori, che assicurano il passaggio dal luogo di “produzione dell’eccedenza” a quello del “consumo” degli alimenti.
In questo senso a tutti i livelli dove si programma la prevenzione dei rifiuti e la si integra nella programmazione della loro gestione (quindi non solo nel Programma Nazionale di Prevenzione Rifiuti, ma in ogni Programma di Prevenzione Regionale e in tutti i Programmi di Prevenzione Rifiuti su base Territoriale) ci dovrebbe essere un “capitolo Pinpas” che non tanto descriva, quanto attui le azioni.
La secondo è quello di lavorare all’idea di costruire “food policies” di carattere territoriale.
Da una parte, primariamente, per valorizzare le produzioni locali e l’accorciamento delle filiere (rapporto il più possibile diretto tra produzione e consumo alimentare), come è nelle esperienza dei mercati del contadino, dei ristoranti a km 0 e – soprattutto – dei Gruppi di acquisto solidale (GAS).
Dall’altra per “impedire lo spreco”, sia sviluppando un’adeguata educazione al cibo che migliori e ottimizzi le nostre scelte alimentari, sia recuperando le eccedenze al livello (in gran parte, specie per il “fresco”, di vicinato) al quale possono essere realmente aviate all’utilizzo
Insomma, i terreni per passare dalle “buone intenzioni” alla “buone pratiche” non mancano.
Ma è un salto ancora in gran parte da fare.
1 Non sono pochi i pareri critici che ne evidenziano l’essere in bilico tra sostenibilità (il tema in sé, Nutrire il pianeta , le iniziative economiche e culturali che lo caratterizzeranno) e insostenibilità (il consumo di suolo per l’infrastrutturazione, il lavoro mal retribuito, per non parlare delle tangenti per la realizzazione delle opere e del fatto che i più critici si chiedano se la manifestazione più che nutrire il pianeta servirà soprattutto a nutrire le multinazionali (dal momento che ingente è stato il loro intervento come sponsor – tra le aziende che hanno garantito 370 mln di € vi sono: ENI, Coca Cola, Eurisko, Telecom, etc.).
Si segnale per chi volesse approfondire una visione critica, anche se attenta alla potenzialità, un dossier appena uscito di Missione OGGI sul tema: Nutrire il pianeta, una sfida controversa, con articoli (per gli abbonati) di Shiva, Berton, Ruzzenenti, Tamino, Petrini e Salvador che accenna al grosso conflitto di interessi delle case chimico-farmaceutiche su cibo e malattie http://andiamoavantitornandoindietro.jimdo.com/testimonianze/
In buona sostanza Vandana Shiva sostiene che il programma di Expo 2015 è straordinariamente impegnativo ed accattivante, ma che l’evento metterà inevitabilmente in scena un confronto aspro tra due modi di concepire la sicurezza alimentare e quindi l’agricoltura: da un canto l’agroindustria delle multinazionali della chimica, della farmacologia, degli organismi geneticamente modificati, impegnata nello sfruttamento esasperato e drogato del terreno per ricavarvi il massimo profitto; dall’altro l’agricoltura tradizionale e le agricolture alternative accomunate dall’opzione ecologica, ovvero fondate su strategie naturali per la fertilità dei suoli, la selezione delle sementi, la concimazione e la lotta ai parassiti, che vede protagoniste le comunità locali. Shiva rileva come sia comunque positivo che negli ultimi anni l’agricoltura sia tornata in primo piano, smentendo i cultori dell’artificializzazione della civiltà postmoderna, che contemplava la riduzione della stessa agricoltura ad un reparto dell’industria, senza più un legame costitutivo con la terra.
2v. per presentazione http://www.agi.it/economia/notizie/expo_verso_la_carta_di_milano_sabato_con_renzi_e_500_esperti-201502031922-eco-rt10245 e commento http://www.expo2015.org/it/concluso-l-evento-le-idee-di-expo-verso-la-carta-di-milano–papa-francesco–il-premier-renzi-e-il-capo-dello-stato-mattarella-tra-gli-interventi
3 Il suo intervento è stat
a una denuncia dello spreco, del consumo eccessivo e della iniquità diffusa nel mondo. Francesco ha ricordato che “la prima preoccupazione deve essere la persona, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza”. Ha poi citato il suo predecessore, Giovanni Paolo II, che condannò il “paradosso dell’abbondanza” secondo il quale “c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi”.
E’ poi passato alle “raccomandazioni”.
“Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non a un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma a un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è l’iniquità”.
L’invito del Papa è rivolto a tutti: “Da dove deve partire una politica economica sana? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali sono i pilastri di chi amministra la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune”.
E non dimentica il rispetto nei confronti della Terra, atteggiamento che deve essere esteso a tutti: “La Terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza. Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita. L’atteggiamento della custodia – ricorda il Pontefice – non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti”.
4 Un meeting ‘Enel per Expo 2015′ con il Presidente di Enel Patrizia Grieco, uno sulla scuola con il Ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca Stefania Giannini.
Diverse tavole rotonde: ‘Il Ministero della Giustizia per Expo 2015’ con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando; ‘La cooperazione internazionale ed Expo 2015’ con il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Lapo Pistelli; ‘Stazione Expo: le iniziative del Gruppo FS Italiane’ con il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, l’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Michele Mario Elia e il regista Pupi Avati, l’A.D. di RFI Maurizio Gentile e l’A.D. di Trenitalia Vincenzo Soprano;
O il Laboratorio Expo; ‘Expo 2015: lo sviluppo riparte dal territorio’ con il Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. In un’altra sala, altri incontri.
O, alle 11:30 l’inconntro con il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e l’Assessore con delega all’Expo della Regione Lombardia Fabrizio Sala.
5 Con la pertecipazione del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del Presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, del project manager del progetto Food Policy Andrea Vecci e l’esperta Urban Food Policy Pact Florence Egal.
6http://www.magazine.unibo.it/archivio/2014/11/20/fermare-lo-spreco-alimentare-per-nutrire-il-pianeta
7Le esperienze greche di reazione alla crisi dimostrano che azioni di questo tipo si sviluppano anche in area laica.