Primi importanti passi di PAYT Italia. L’associazione vuole portare le esperienze di eccellenza di applicazione della tariffa puntuale fuori dalla “riserva indiana” nella quale sono state rinchiuse e allargare a tutto il paese la pratica della misurazione e della tariffazione sulla base dei rifiuti prodotti.
I lettori della Finestra sulla prevenzione dei rifiuti potrebbero ricordare il gruppo TARES, che a Ravenna 2013 gestì un seminario su “TARES: dalla valutazione dell’impatto alla proposta di riforma: le prospettive con la nuova TARI nella service tax“[1].
Ora quel gruppo di tecnici e gestori della tariffa ha dato vita ad un’Associazione no profit, la cui mission è definita dal nome: PAYT[2] Italia, che sta a significare coloro che in Italia (ma lo prospettiva è muoversi un po’ alla volta su scala almeno comunitaria) praticano e sostengono la tariffa puntuale, considerandola non solo un modo per introitare i costi dei rifiuti, ma uno strumento eco fiscale da utilizzare in funzione della loro gestione sostenibile[3].
I promotori del gruppo TARES e poi dell’associazione avevano due obiettivi:
– che la tariffa non fosse dispersa nel calderone della fiscalità a sostegno dei servizi comunali;
– che la tariffa fosse commisurata ai rifiuti prodotti e ai servizi utilizzati, in modo che i comportamenti virtuosi venissero premiati e la loro diffusione consentisse di contenere i costi economici e impatti ambientali del sistema nel suo complesso.
Il primo obiettivo è stato ottenuto (anche se ogni tanto qualcuno tenta di metterlo in discussione) già con la suddivisione operata dalla legge di stabilità 2014 (legge 147/13) all’interno della Imposta Unica Comunale sui servizi – IUC – del tributo sui rifiuti urbani – TARI – da quello sui servizi indivisibili – TASI.
Per il secondo la strada che porta ad una tariffa “quantità” appare ancora lunga, ma l’Associazione, sin dalla sua fondazione[4] ha cominciato a lavorarci con una attenzione costante.
Così il 25 settembre 2014 è stato organizzato a Roma presso il Parlamento il “1° seminario nazionale sulla tariffa puntuale ” dal titolo “Tariffa puntuale: dalla teoria alla pratica“[5].
Sono stati presentati, alla presenza di parlamentari, Sindaci, Amministratori:
1. due importanti studi:
1.a) uno per valutare, prendendo in esame consorzi veneti e piemontesi (in tutto più di cento Comuni e più di 850.000 abitanti) i cambiamenti indotti sul sistema di gestione rifiuti da una applicazione consolidata della tariffa puntuale[6].
In sintesi ne esce un quadro per cui il consolidarsi dell’applicazione puntuale della tariffa porta con sé un miglioramento delle % di Raccolta differenziata (RD); una diminuzione della produzione complessiva dei rifiuti urbani RU e una diminuzione assai più marcata dei Rifiuti urbani residui RUR; i costi di gestione del sistema nel suo complesso hanno aumenti contenuti. Ma soprattutto, mettendo a confronto queste situazioni con i dati corrispondenti di livello regionale, dell’Italia del Nord e nazionale, esse emergono come situazioni di eccellenza, nella quali si registrano, rispetto a tutti i livelli messi a confronto: percentuali più alte di RD; una minor produzione di RU e soprattutto di RUR e aumenti dei costi di gestione dei rifiuti più contenuti.
1.b) l’altro studio ha preso in esame più di 10 milioni di misurazione del RUR prodotto in un paio di situazioni lombarde e piemontesi (25 Comuni per più di 200.000 abitanti)
Ne emergono due dati:
– mettendo a confronto la crescita dei rifiuti attribuiti dalle utenze domestiche (da 1 componente fino a 6 e più) dei coefficiente Kd e i dati della misurazioni reali risulta che i primi, nati con l’intento di “salvaguardare le famiglie numerose”, in realtà le penalizzano – attribuendo pesi maggiori di quelli registrati nelle misurazioni reali;
– il livello di dispersione della produzione di rifiuti fatta registrare da utenze dallo stesso tipo (stesso numero di abitanti per le domestiche o stessa categoria per le non domestiche) è così alto da rendere assurdo che esse paghino la stessa tariffa (come è in applicazione parametrica).
Entrambi i dati dimostrano che “misurare puntualmente è un dovere; tariffare puntualmente è la naturale e logica conseguenza” .
2. una interessantissima relazione tecnica sulla “Natura giuridica della tariffa corrispettivo“[7].
Il 18 dicembre 2014 Payt ha riunito a Bologna i tre gruppi di lavoro nei quali i suoi soci hanno aderito:
- norme e regolamenti;
- misurazione censimento esperienze;
- Comunicazione ed eventi.
L’obiettivo è arrivare a definire il II° seminario nazionale sulla tariffa puntuale, che probabilmente si svolgerà a settembre a Milano in relazione ad Expo2015
Vorrei segnalare come Payt Italia è un’associazione no profit, totalmente basata sul lavoro volontario dei suoi soci, nella quale si possono incontrare le migliori esperienze gestionali di misurazione del rifiuto e di applicazione puntuale della tariffa nel nostro paese.
L’Associazione si rende disponibile per seminari informativi e formativi del tipo “la Tariffa dalla teoria alla pratica”.
Non convegni dove si vanno a sentire le migliori esperienze e però spesso si torna a casa con un senso di frustrazione (“bello, ma nella mia situazione è difficile / impossibile “) ma seminari formativi rivolti ai tecnici (e in seconda battuta agli amministratori) che non siano già esperti, ma vogliano imparare a confrontarsi col come si fa per passare – magari per gradi – alla tariffa puntuale.
Che siano preparati dalla raccolta di dubbi incertezze, fattori ostativi in modo che la discussione possa avere per i partecipanti il sapore della concretezza e l’utilità di un apprendimento concretamente legato ai loro problemi.
Ovviamente seminari di questo genere possono svolgersi a livello regionale o di ambito.
[1] http://www.labelab.it/ravenna2013/atti/#WZ1
[2] l’allocuzione inglese Pay as you throw, paghi quanto butti, è utilizzata in Europa per indicare la tariffazione puntuale delle utenze, sulla base delle loro produzione di rifiuti.
[3] http://www.paytitalia.it/
[4] avvenuta a Milano il 28 aprile 2014.
[5] I cui atti sono disponibili sul sito Payt in sezione Documenti “Atti del seminario di Roma 25092014”
[6] coordinato e presentato da Mario Santi
[7] curata da Cristina Carpenedo Funzionario responsabile per la riscossione delle entrate locali