Si è svolto a Roma lo scorso 16 luglio il convegno Mobilità In-sostenibile. Obiettivi pubblici e ruolo dei privati per cambiare la situazione delle città italiane organizzato da Legambiente per avviare un confronto, insieme a diversi interlocutori istituzionali e politici, esperti del settore, sul tema della mobilità e sulle nuove politiche da adottare. Secondo Legambiente il diritto alla mobilità è una questione nazionale che riguarda milioni di cittadini oltre che essere un tema ambientale, di dignità e di diritto allo spostamento.
Dal convegno emerge che nelle grandi città italiane l’auto privata rimane il mezzo più usato per gli spostamenti battend il trasporto pubblico, sempre più indietro e poco efficiente. Tra tagli, ritardi, mezzi pubblici vecchi e lenti, guasti e disservizi, l’offerta del servizio pubblico risulta arretrata. A confermare questa tendenza sono prima di tutto i dati: negli ultimi anni è aumentata la quota degli spostamenti in auto che è passata dall’8,1% del 2014 al’8,3% del 2015; mentre è diminuita quella effettuata con i mezzi pubblici che è passata dal 14,6% (2014) all’11,7% nel 2015 (Fonte Cdp, Asstra). Tra le grandi città, la maglia nera per la mobilità insostenibile spetta a Roma, molto indietro rispetto al resto delle città Europee e per dotazioni di metropolitane, tram, ferrovie suburbane, mentre ha un record nel possesso di automobili, pari a 67 auto ogni 100 abitanti. Inoltre nella Capitale l’offerta di trasporto pubblico è diminuita dal 2005 al 2015 del 6% e si sta ancora contraendo.
Nel dettaglio alcuni numeri della mobilità italiana diffusi nel convegno:

  • Ogni giorno in Italia sono 2 milioni e 830mila i passeggeri al giorno sulla rete ferroviaria regionale, 2 milioni e 650mila coloro che prendono la rete metropolitana nelle 7 città in cui sono presenti, 14 milioni i cittadini che usufruiscono del trasporto pubblico locale su gomma. Nonostante questi numeri, l’offerta del trasporto pubblico non accenna a migliorare.
  • Nelle città italiane la lunghezza totale dei km di metropolitane è inferiore a quella della sola città di Madrid (235 km contro i 291 della città spagnola). Anche i nuovi progetti sono limitati e inadeguati a recuperare i ritardi, a Roma ad esempio ci vorranno 80 anni per arrivare a dotazione città europee di metro continuando così. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata anche per l’assenza di investimenti, tanto che secondo i dati di Asstra e Cdp, dal 2005 al 2015 si è registrata una riduzione del 13% del parco circolante degli autobus che è passato da 58.307 a 50.576 mezzi in circolazione.
  • L’Italia ha il parco mezzi più anziano d’Europa con una media di età, in aumento, di 11,38 anni contro i 7 anni dell’Ue. Nel trasporto ferroviario regionale l’età del materiale rotabile è, invece, di 17,2 anni, ma con significative differenze tra Nord e Sud. L’età media dei convogli nel Meridione è di 20,3 anni rispetto ai 14,7 del Nord e ai 17,2 della media nazionale. Inoltre su alcune linee ferroviarie, come la Roma-Ostia Lido e la Circumvesuviana, per degrado e tagli, il numero dei passeggeri è diminuito di oltre il 30% costringendo decine di migliaia di persone a spostarsi sui mezzi privati.
  • Secondo Legambiente le ragioni della crisi che ha colpito il trasporto pubblico sono legate anche al fatto che le città metropolitane, dove vive il 40% della popolazione italiana, sono escluse dalle decisioni sui trasporti, perché le Regioni decidono sul trasporto ferroviario pendolare mentre il TPL (il trasporto pubblico locale) è gestito separatamente da centinaia di Comuni.

 
Il comunicato stampa  ufficiale di Legambiente è disponibile al seguente link – fonte: Legambiente