ISPRA ha recentemente pubblicato il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque – Dati 2019 – 2020 che fornisce informazioni relativamente alla presenza di residui dei prodotti fitosanitari nelle acque superficiali e sotterrane. I risultati del monitoraggio 2019-2020 sono presentati in termini di frequenza di ritrovamento e distribuzione delle concentrazioni, sono valutati i livelli di contaminazione ottenuti per confronto con i limiti di qualità ambientale.
Si analizza l’evoluzione della contaminazione e si esaminano le sostanze più critiche e il fenomeno della poliesposizione. Infine, il quadro normativo è posto in relazione all’esigenza di ridurre gli impatti sull’ambiente.
I principali dati
- nel biennio 2019-2020 sono stati analizzati 31.275 campioni per un totale di 2.492.581 misure analitiche, il numero delle sostanze cercate nel 2020 corrisponde a 406;
- complessivamente migliora l’efficacia del monitoraggio, permane, tuttavia, una disomogeneità fra le regioni del nord e quelle del centro-sud, dove le indagini sono generalmente meno rappresentative, sia in termini di rete, sia in termini di sostanze controllate;
- e indagini 2020 hanno riguardato 4.388 punti di campionamento e 13.644 campioni;
- nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 55,1% dei 1.837 punti di monitoraggio;
- nelle acque sotterranee nel 23,3% dei 2.551 punti;
- sono state trovate 183 sostanze diverse, rappresentate per la maggior parte da erbicidi;
- le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse;
- il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della presenza di pesticidi;
- Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: gli erbicidi glifosate e il suo metabolita AMPA, metolaclor e il metabolita metolaclor-esa, imazamox, esaclorobenzene e nicosulfuron, tra i fungicidi azossistrobina, dimetomorf, carbendazim e metalaxil.
Il rapporto completo è disponibile qui
Fonte: ISPRA