Copernicus Climate Change Service: dati annuali 2021

Nei giorni scorsi Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea ha pubblicato i primi dati annuali: il 2021 è stato tra i sette più caldi mai registrati. L’Europa ha vissuto un’estate di estremi con forti ondate di calore nel Mediterraneo e inondazioni in Europa centrale. Al contempo, le concentrazioni globali di anidride carbonica e – in modo considerevole – metano hanno continuato ad aumentare.

Sintesi dei contenuti:
A livello globale, i primi cinque mesi del 2021 hanno registrato temperature relativamente basse rispetto agli anni più recenti, molto più caldi. Da giugno fino ad ottobre, tuttavia, le temperature mensili sono state sempre tra le quattro più calde mai registrate.

  • In generale le temperature degli ultimi 30 anni (1991-2020) sono state circa 0.9 °C superiori rispetto a quelle del periodo pre-industriale.
  • Prendendo in considerazione l’intero 2021 l’Europa era solo di 0.1 °C sopra la media 1991-2020, non classificandosi come uno dei dieci anni più caldi.
  • Per il territorio europeo, i dieci anni più caldi si sono tutti verificati dal 2000, con i sette anni più caldi dal 2014 al 2020. Gli ultimi mesi della stagione invernale e primaverile sono stati generalmente vicini o inferiori alla media 1991-2020 in Europa.
  • L’estate europea del 2021 è stata la più calda mai registrata, seppur simile alle precedenti estati più calde del 2010 e del 2018. Giugno e luglio sono stati entrambi i secondi più caldi degli stessi mesi negli anni precedenti, mentre agosto è rimasto vicino alla media generale del mese.


Il report segnala anche la frequenza degli eventi estremi sia a livello europeo che a livello globale:

  • A livello europeo Luglio, in particolare, ha registrato episodi di precipitazioni molto intense nell’Europa centro-occidentale in una regione con suoli prossimi alla saturazione, che hanno causato gravi inondazioni in diversi paesi.
  • Il record di temperatura più elevata nel continente è stato superato in Sicilia, dove sono stati registrati 48.8°C. Condizioni di caldo e siccità hanno preceduto eventi di incendi intensi e prolungati, in particolare nel Mediterraneo orientale e centrale, con la Turchia tra i paesi più colpiti.


Il rapporto di Copernicus Climate Change Service analizza anche le concentrazioni di CO2 e CH4 nell’aria:

  • La tendenza al progressivo aumento delle concentrazioni di anidride carbonica è proseguita nel 2021 portando a un record globale annuo medio a colonna (XCO2) di circa 414.3 ppm. Il mese con la più elevata concentrazione è stato aprile 2021.
  • Le concentrazioni atmosferiche di metano hanno continuato a crescere anche nel 2021, raggiungendo così un valore massimo globale medio a colonna senza precedenti (XCH4) pari a circa 1876 ppb.
  • Secondo il rapporto “entrambi i tassi sono molto elevati rispetto ai tassi dei precedenti due decenni della raccolta dati satellitare. Tuttavia, al momento non si comprende pienamente perché questo avvenga. L’identificazione dell’origine di questo aumento è complessa in quanto il metano conta molteplici fonti, tra cui alcune antropogeniche ma anche di naturali o seminaturali”.

Il comunicato stampa Copernicus qui

Fonte: snpambiente

Nuovo set di 32 indicatori di monitoraggio dell’aria dall’Agenzia Europea per l’Ambiente

Il cambiamento climatico in Europa è monitorato anche dall’Agenzia Europea per l’Ambiente che a novembre ha pubblicato un nuovo set di 32 indicatori di monitoraggio utili ai decisori per comprenderne gli imperativi e fare i preparativi necessari, adattati ai diversi scenari e alle probabili conseguenze, a livello europeo, nazionale e subnazionale.

Il cambiamento climatico in atto, secondo i ricercatori, comporta il fatto di doversi preparare a ondate di caldo, inondazioni e tempeste più intense, incendi e scarsità d’acqua. Diversi rischi legati al clima colpiscono regioni, settori dell’economia e membri della società in modo differente.

Il rapporto interattivo dell’AEA è basato su indici, riunisce il tutto con una panoramica dei cambiamenti passati e previsti nei più importanti rischi climatici d’Europa.

Gli indicatori sono disponibili qui


Fonte: Agenzia Europea Ambiente