Secondo ISPRA il Regolamento EMAS si può configurare come possibile strumento nella lotta alle emissioni dei gas climalteranti responsabili dell’effetto serra (soprattutto CO2), come anche di altri gas responsabili di vari fenomeni di inquinamento (come NOx, CO e SOx). Lo scorso aprile l’agenzia ha pubblicato in merito il documento Emas e cambiamenti climatici.

La valutazione ha permesso di identificare alcuni aspetti della gestione e comunicazione dei dati che meritano di essere portati all’attenzione dei Gestori aderenti a EMAS, al fine di migliorare ulteriormente le future rendicontazioni attraverso le Dichiarazioni Ambientali.

Le emissioni in atmosfera, in particolare quelle ad effetto serra, rappresentano un argomento di enorme attualità a livello internazionale e al centro di importanti dibattiti in relazione alle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Le istituzioni europee, già da tempo, hanno previsto che il Regolamento EMAS (CE n. 1221/2009) contempli tale aspetto ambientale. L’Allegato IV, infatti, dispone che le organizzazioni registrate EMAS predispongano una Dichiarazione Ambientale contenente i dati rilevati sugli aspetti ambientali significativi in relazione alle proprie attività, individuando, a tal fine, un set di indicatori chiave, tra i quali quelli relativi alle emissioni, sia come “emissioni totali annue di gas serra” che come “emissioni totali annue nell’atmosfera”. ISPRA, lo scorso aprile, ha pubblicato in merito il documento EMAS e cambiamenti climatici.

ISPRA, in qualità di supporto tecnico del Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit, organismo competente in Italia per l’attuazione del Regolamento europeo EMAS, riceve tutte le Dichiarazioni Ambientali prodotte in Italia. Nel Rapporto analizza le informazioni sui dati sulle emissioni in atmosfera con riferimento alle organizzazioni industriali, in particolare quelle derivanti dal settore produzione di energia elettrica da fonti fossili, le quali emettono annualmente in atmosfera importanti quantità di gas inquinanti, tra cui quelli climalteranti. Infatti, esse possono aver ricevuto una autorizzazione all’esercizio con limiti alle emissioni e/o ad emettere CO2 entro una quota autorizzata (sistema ETS) e sono spesso tenute per legge a comunicare annualmente le quantità emesse all’autorità competente secondo modalità e criteri fissati dalle specifiche normative di riferimento.

Lo scopo del lavoro è quindi l’analisi del trend emissivo nelle varie componenti di emissioni in atmosfera per studiarne le caratteristiche e valutarne le performance ambientali e l’efficacia delle azioni messe in atto nell’ambito del Sistema di Gestione ambientale EMAS in relazione alla tecnologia adottata.

In particolare il documento:

  • fornisce un’ampia panoramica sulla produzione energetica italiana richiamando i punti chiave della Energy Roadmap 2050, ripercorrendo i possibili scenari di evoluzione del sistema energetico necessari per il raggiungimento della sostenibilità a lungo termine e della decarbonizzazione: efficienza energetica, diversificazione delle tecnologie, ricorso alle fonti rinnovabili, adozione di sistemi di cattura e stoccaggio della CO2, ricorso limitato all’energia nucleare;
  • riporta un riessunto del Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili (PAN) e del Piano di Azione Italiano per l’Efficienza Energetica 2011 (PAEE 2011), strumenti emendati dal Ministero dello Sviluppo Economico rispettivamente nel 2010 e nel 2011 che contengono una serie di misure finalizzate al conseguimento degli obiettivi nazionali ed europei in merito alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica;
  • presenta una panoramica sulla Strategia Energetica Nazionale, approvata nel 2012 che rappresenta lo strumento di indirizzo e di programmazione della politica energetica nazionale. Infine è stato illustrato il quadro sinottico delle fonti emissive e introdotto il focus sui gas maggiormente emessi durante i processi di produzione di energia elettrica da fonti fossili (CO, CO2, NOx, SOx) con particolare attenzione alla CO2, gas con capacità climalterante.

L’uso degli indicatori di prestazione ambientale ha consentito, mediante l’analisi e il confronto degli andamenti riportati nelle Dichiarazioni Ambientali del campione selezionato, di definire il profilo emissivo dello stesso e di evidenziare il miglioramento continuo di alcuni parametri, più evidente nel caso di gas come SOx e NOx , meno per altri gas come la CO2, che pur avendo subito delle riduzioni lievi, nella quasi totalità dei casi si è rivelato comunque un parametro che è stato gestito correttamente. Nel caso della CO, c’è stato un peggioramento delle emissioni generali, anche se determinato da una quota minoritaria delle organizzazioni.

Il quadro emissivo, analizzato per un arco di tempo pari a 10 anni, testimonia il miglioramento tecnologico e di utilizzo dei combustibili, attraverso la riduzione dei parametri NOx, SOx e CO2. Relativamente al parametro CO. L’andamento variegato dei dati evidenzia la dipendenza di questo tipo di emissione dalle esigenze di mercato più che dalle modalità di gestione interne agli impianti, essendo esso determinato dal numero di avviamenti degli stessi.

Secondo ISPRA il Regolamento EMAS si può configurare come possibile strumento nella lotta alle emissioni dei gas climalteranti responsabili dell’effetto serra (soprattutto CO2), come anche di altri gas responsabili di vari fenomeni di inquinamento (come NOx, CO e SOx). Tramite EMAS, infatti, non solo è possibile perseguire un uso efficiente delle risorse e il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, ma anche quella spinta all’innovazione, al miglioramento tecnologico, alla carbon sequestration che le organizzazioni EMAS già hanno messo in atto.

La pubblicazione  EMAS e cambiamenti climatici ed il comunicato stampa di ISPRA sono disponibili qui.

Fonte: ISPRA