Legambiente ha presentato  il suo rapporto annuale Pendolaria 2019, il suo rapporto annuale sul trasporto ferroviario in Italia, per fare il punto su che cosa si muove e che cosa no sulla rete, in termini di soldi, convogli e persone, e approfondire i risultati prodotti dagli investimenti.
Secondo l’ultima analisi Cresce la mobilità su ferro ovvero agli italiani il treno piace e dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocità alle linee metropolitane.
Per i pendolari c’è una buona notizia, sono in arrivo nuovi treni, ma nel Meridione e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti. Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese e la dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all’Europa e una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane.
La nuova Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen si è impegnata per politiche e obiettivi più ambiziosi e per un piano di investimenti da mille miliardi di euro per raggiungere i target fissati con l’Accordo di Parigi sul Clima e fermare la crescita della temperatura del Pianeta. I trasporti sono l’unico settore che in Italia ha visto crescere le emissioni dal 1990 ad oggi; dobbiamo scegliere di accelerare il cambiamento della mobilità con politiche più incisive e l’obiettivo di raddoppiare il numero di viaggiatori giornalieri su treni regionali e metropolitane, dagli attuali 5,7 a 10 milioni. Il cambiamento della mobilità è imprescindibile per conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall’Unione europea al 2030 e al 2050 in cui si dovrà aver raggiunto la totale decarbonizzazione ha affermato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini durante la presentazione del rapporto.
Un po’ di numeri di sintesi del rapporto:

  • Cinque milioni e 699mila persone prendono ogni giorno in Italia treni regionali e linee metropolitane. Nel 2018, rispetto all’anno precedente, circa 45mila persone in più hanno preso i treni regionali (+1,6%) e anche coloro che utilizzano le linee metropolitane sono aumentati, con quasi 65mila viaggiatori giornalieri in più (+2,4%).
  • i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale sono 2milioni e 919mila, di cui 1,413 milioni utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,506 milioni quelli degli altri 20 concessionari.
  • Due milioni e 78mila persone al giorno prendono, invece, le metropolitane presenti in 7 città con un aumento complessivo di quasi 65mila passeggeri tra il 2018 e il 2017, dovuto in particolare alle linee di metro di Milano, Catania e Brescia dove si registra una crescita costante e consistente.
  • Il numero di coloro che invece ogni giorno prendono il treno per spostarsi su collegamenti nazionali è di circa 50mila persone sugli Intercity e 170mila sull’alta velocità tra le Frecce di Trenitalia ed Italo.
  •  In 10 anni il bilancio dell’alta velocità è imponente: i numeri sono cresciuti di anno in anno, grazie al raddoppio della flotta dei treni AV: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.
  • Tra le notizie liete per i pendolari, c’è l’arrivo di nuovi treni. Sono 2.894 i treni in servizio nelle regioni ogni giorno. L’età media dei convogli sulla rete ferroviaria regionale sta calando (in particolare al nord e nel centro Italia), è arrivata a 15,4 anni, grazie al trend iniziato negli scorsi anni con l’immissione di nuovi convogli di Trenitalia. Con gli investimenti realizzati da alcune Regioni sono inoltre entrati in esercizio circa 450 treni nuovi.
  • Tra le diverse parti d’Italia perdurano, tuttavia, differenze enormi nella qualità e nell’offerta del servizio ferroviario.
  •  In alcune aree il servizio è tra i più competitivi al mondo, come tra Firenze e Bologna dove l’offerta, per quantità e velocità dei treni, non ha paragoni in Europa; ma fuori dalle direttrici principali dell’alta velocità e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione del servizio sta peggiorando.
  • Il dato positivo è che ovunque in Italia si è investito sul ferro i risultati sono stati positivi, con una quota crescente di cittadini che ha rinunciato all’auto proprio perché esisteva un’alternativa agli spostamenti in automobile che sono ancora preponderanti nel nostro Paese”.
  • Occorre cambiare le priorità infrastrutturali del nostro Paese e recuperare i tagli al trasporto ferroviario. Dal 2000 a oggi nulla è cambiato nel dibattito sulle priorità infrastrutturali italiane, con un’attenzione che ci si concentra sempre sulle grandi opere: dal 2002 al 2017 i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade.
  • Il rapporto ed il comunicato stampa di Legambiente sono disponibili qui

Fonte: Legambiente