ENEA ha sviluppato un processo innovativo per il trattamento e il riciclo delle retine di plastica utilizzate per la produzione delle cozze che permette di trasformarle in nuovi oggetti o di reinserirle nell’ambito della stessa filiera produttiva, evitandone lo smaltimento in discarica, con riduzione dell’impatto ambientale e risparmi su tempi e costi di produzione. Il processo sviluppato potrebbe essere applicato a tutto il polipropilene derivante da altri settori della piscicoltura e rappresentare il punto di partenza per una gestione sostenibile dei materiali plastici: dal recupero al trattamento, fino al riciclo, un circuito virtuoso in grado di valorizzare le potenzialità dei materiali a fine vita, oggi in massima parte sottovalutate.

Lo  studio è stato condotto dall’ENEA per l’Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA), che riunisce circa il 70% dei mitilicoltori italiani, nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo

Il polipropilene recuperato consente ai produttori di cozze di tagliare del 33% la spesa sostenuta per l’acquisto delle nuove retine, stimabile in 4,8 milioni di euro l’anno, incentivandoli a non disperderle in mare. Legambiente Le “calze” usate per la mitilicoltura, secondo le indagini di Legambiente,  sono fra i rifiuti spiaggiati più frequenti nel 43% delle spiagge italiane monitorate. La maggior parte di esse è costituita da polimeri termoplastici come polietilene e polipropilene, materiali per la gran parte riciclabili in nuovi oggetti commercializzabili, da rifiuto a risorsa economica.

Il comunicato stampa ENEA qui.

Fonte: ENEA