È stato presentato lo scorso 10 dicembre il rapporto “ l’Italia de riciclo 2020” di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE UNICIRCULAR, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione; il rapporto è stato realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di ISPRA.
Il Rapporto mette in luce i trend del settore e fornisce una prima panoramica degli effetti della pandemia sulle attività connesse al riciclo dei rifiuti urbani e speciali in Italia, sulle misure adottate e sulle proposte per uscire dalla situazione emergenziale. Per i Consorzi e le imprese, infatti, la priorità nei mesi di emergenza e nei successivi è stata quella di garantire il ritiro dei rifiuti su tutto il territorio nazionale e continuare ad avviarli a riciclo cercando di evitare la saturazione degli impianti e la crisi del sistema, ma tra gli effetti a medio termine dell’epidemia ci sono sicuramente i ritardi, i rallentamenti e i tagli degli investimenti programmati nel settore dei rifiuti.
Il Rapporto evidenzia le performance delle singole filiere nel 2019:

  • riciclo degli imballaggi: confermato il buon andamento: 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (il 3% in
  • più rispetto al 2018) e un complessivo tasso di riciclo che ha raggiunto il 70% sull’immesso al consumo.
  • rifiuti d’imballaggio: i tassi di recupero si sono assestati ormai su livelli di avanguardia in Europa: carta (81%), vetro (77%), plastica (46%), legno (63%), alluminio (70%), acciaio (82%).
  • rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE): raggiunto il 38% (in crescita del 10%), ma distante dall’obiettivo del 65% fissato per il 2019;
  • raccolta delle pile: 43%, 2 punti sotto il target,
  • veicoli fuori uso: la percentuale di reimpiego e riciclo rimane sotto della soglia dell’85% del peso del veicolo,
  • decisamente lontana dal target del 95% di recupero complessivo previsto per il 2015,
  • filiera dei rifiuti tessili: in crescita +10% della raccolta differenziata,
  • rifiuti da costruzione e demolizione: in crescita, tasso di recupero arrivato al 77%,
  • oli minerali: in crescita raccolta al 47%,
  • oli vegetali esausti: in crescita riciclo a +9% vs 2018,
  • frazione organica: il recupero si conferma in crescita +7,5%), importante perché questa frazione rappresenta la principale porzione in peso dei rifiuti urbani.
  • pneumatici fuori uso: la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale, avviando a recupero di materia 151.000 tonn. e a recupero energetico 116.000 tonnellate.

L’undicesima edizione de L’Italia del Riciclo fornisce una prima panoramica degli effetti della pandemia sul riciclo dei rifiuti urbani e speciali. L’indagine, condotta tra settembre e ottobre 2020, si è rivolta a un campione composto da imprese, consorzi di filiera, utility, associazioni di categoria e altri soggetti.

  • Tra marzo e maggio il 53% degli intervistati ha riscontrato riduzioni significative delle raccolte differenziate, superiori al 20% rispetto allo stesso periodo del 2019; tra giugno e agosto la quota che ha registrato un calo della raccolta differenziata è scesa sotto il 50% e la contrazione si è ridotta al 10-20% vs 2019.
  • L’andamento delle raccolte delle singole filiere nel 2020 ha mostrato trend diversificati. Sommando i dati dei primi 4 mesi del 2020, compresi quindi circa due mesi di lockdown, si è registrato, rispetto allo stesso periodo del 2019, un incremento di otre il 7% della raccolta differenziata dei rifiuti d’imballaggio domestici anche per l’aumento del commercio on-line, con un aumento del 5-6% per quelli in vetro e in plastica e del 10% per quelli in carta e acciaio, mentre sono risultati stabili quelli in alluminio.
  • Riduzioni importanti (superiori al 10%) hanno subito, invece, tutte le filiere collegate ai conferimenti presso le isole ecologiche (RAEE e imballaggi in legno) e quelle legate alle attività industriali e commerciali che hanno dovuto interrompere la loro attività o visto una riduzione delle importazioni (solventi, oli minerali usati, pneumatici fuori uso, oli e grassi animali e vegetali esausti).
  • Durante il lockdown anche il rifiuto organico è diminuito di circa il 15%: l’aumento del rifiuto domestico è stato controbilanciato dalla diminuzione di quello da utenze collettive (mense, ristoranti, pubblici esercizi). Equilibrio che si è ristabilito a partire da maggio-giugno con la ripresa di tutte le attività produttive, commerciali, turistiche.
  • Nel periodo giungo-agosto 2020 tutte le raccolte differenziate sono tornate a crescere grazie alla riapertura delle attività. Con l’arrivo della seconda ondata di Covid a settembre si sono prodotti effetti sulla gestione dei rifiuti  che risulterebbero simili a quelli della prima ondata e che saranno  misurati e valutati più precisamente all’inizio del nuovo anno.
  • Nei mesi della pandemia ripercussioni più pesanti si sono registrate su altri due fronti: la riduzione degli sbocchi esteri (chiusure e rallentamenti doganali) e di quelli nazionali per via del blocco/crisi di alcuni settori produttivi (ad esempio l’automotive e l’edilizia) ha determinato un crollo della richiesta di materie prime riciclate e una maggiore competizione da parte delle materie prime vergini per il crollo dei loro prezzi.
  • Un altro effetto negativo innescato dall’epidemia è stato il rallentamento e i tagli degli investimenti programmati nel settore dei rifiuti: il 65% degli intervistati del settore ha dichiarato di  prevedere una riduzione dei futuri investimenti

Il Rapporto, le schede sintetiche e la sintesi, il video della presentazione sono disponibili qui 
Fonte: Fondazione Sviluppo Sostenibile