Secondo Cassazione la delibera del Comune che determina la tariffa rifiuti non ha alcun obbligo di motivazione in quanto atto amministrativo a contenuto generale o collettivo che si rivolge a una pluralità di destinatari. La Suprema Corte (sentenza 4 marzo 2015, n. 4321) ha rigettato il ricorso contro un avviso di accertamento della tassa rifiuti rilevando come la delibera comunale di determinazione della tariffa ex articolo 65, Dlgs 507/1993. Il Giudice tributario può disapplicare l’atto amministrativo solo in caso di vizi di legittimità (incompetenza, violazione di legge, eccesso di potere) per cui non basta per la dichiarazione di illegittimità dell’atto la contestazione dei criteri seguiti dal Comune nell’adottare la delibera.