Secondo studi ENEA presentati nell’ambito del worskhop “Marine litter: da emergenza ambientale a potenziale risorsa” (1 dicembre, Roma), oltre l’80% dei rifiuti raccolti sulle spiagge italiane è rappresentato da plastiche e microplastiche che per le dimensioni inferiori a 5mm, non vengono trattenute dagli impianti di depurazione delle acque reflue. Il workshop è stato organizzato dall’Agenzia in collaborazione con Accademia dei Lincei e Forum Plinianum, ed ha avuto lo scopo di fare il punto sulle attività scientifiche per la caratterizzazione e riutilizzo delle plastiche, l’adeguamento della normativa, i programmi di gestione sostenibile e le iniziative intraprese a livello locale. Il convegno è stato anche l’occasione per parlare degli impatti dell’inquinamento da plastiche sull’ambiente marino e sulla salute dell’uomo; per presentare le varie opportunità offerte dalla ricerca scientifica con l’obiettivo di trasformare i rifiuti in risorse, promuovendo una maggiore conoscenza e consapevolezza da parte dei cittadini e dei consumatori.
In sintesi ecco cosa è emerso dalla discussione:

  • 700mila le microfibre di plastica scaricate in mare da un solo lavaggio di lavatrice e 24 le tonnellate di microplastica provenienti dai prodotti cosmetici di uso quotidiano che ogni giorno riversiamo nei mari europei e che entrano nella catena alimentare;
  • Prodotti di degradazione delle plastiche sono stati rinvenuti anche nel fegato di spigole e microplastiche persino nel sale da cucina;
  • la presenza delle plastiche in mare è in larga parte dovuta a una scorretta gestione dei rifiuti solidi urbani, alla mancata o insufficiente depurazione dei reflui urbani, a comportamenti individuali quotidiani inconsapevoli;
  • la maggior parte delle plastiche rinvenuta è costituita da polimeri termoplastici come polietilene e polipropilene, materiali riciclabili in nuovi oggetti commercializzabili, da rifiuto a risorsa economica.
  • la caratterizzazione qualitativa e quantitativa dei materiali polimerici può rappresentare il punto di partenza per una gestione sostenibile dei materiali plastici: dal recupero, al trattamento fino al riciclo..
  • I materiali polimerici, comunemente detti plastiche, costituiscono la maggior parte degli oggetti che quotidianamente utilizziamo. Tuttavia l’inquinamento da plastiche non è dovuto esclusivamente all’estrema resistenza dei polimeri ma al modo in cui è gestito il loro ciclo di vita
  • Secondo l’UNEP (United Nations Environment Programme) l’impatto economico derivato dai rifiuti nei mari del Pianeta è di 8 miliardi di euro l’anno e la spesa europea per la pulizia annuale delle spiagge è stimata in circa 412 milioni di euro. Il Mar Mediterraneo non è ancora agli stessi livelli del Pacific Trash Vortex, l’isola di plastica nell’Oceano Pacifico, ma la plastica rappresenta già un problema ambientale da quantificare, conoscere ed affrontare: un rapporto UE del 2015 stima nel Mar Mediterraneo oltre 100mila pezzi di plastica per kmq.

Fonte: ENEA
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