In occasione della presentazione a Milano degli studi e dei monitoraggi nel settore delle plastiche compostabili, realizzati nell’ambito dell’accordo sottoscritto l’11 giugno 2015 con Assobioplastiche, Corepla e Conai il Consorzio Italiano Compostatori ha rilasciato un’intervista ad EcoDalleCittà che fornisce dati sulla presenza delle bioplastiche e delle plastcihe nell’umido.
Le impurità, cioè i materiali non compostabili, presenti nel rifiuto organico sono pari al 5%: la componente plastica da imballaggi costituisce circa il 60%, cioè il 3% del totale.
Nonostante l’obbligo di raccolta con manufatti biodegradabili e compostabili, più del 43% dei sacchi per contenere l’umido non sono compostabili. Il rimanente 57% è rappresentato da shopper o sacchetti compostabili dedicati alla raccolta differenziata dei rifiuti organici.
Il CIC ha stimato che la quantità di plastica e bioplastica che transita nel settore del compostaggio sia pari a 56.000 tonnellate (31.000 tonnellate se si considerano prive di umidità) che, essendo compostabile, si trasforma in compost. Nel contempo transitano anche circa 120.000 tonnellate di plastica da imballaggi (73.500 tonnellate se si considerano prive di umidità) che gli impianti devono opportunamente estrarre e smaltire, con conseguente aggravio di costi, per poter produrre compost di qualità.
L’intervista completa al seguente link – Fonte: EcoDalleCittà