Il 18 febbraio 2015 sono entrate in vigore le nuove norme per la classificazione dei rifiuti integrate nel D.lgs. 152/2006 (cd. Codice ambientale) previste dall’art. 13 del citato D.L. n. 91/2014 (comma 5 lettera b-bis) che, in contrasto con i criteri europei che si dovranno applicare anche in Italia fra poco più di tre mesi, trasforma di fatto in pericolosi la gran parte dei rifiuti speciali che pericolosi in realtà non sono, il sistema nazionale di gestione dei rifiuti viene messo in grave difficoltà. Nello specifico, la norma, inserita nella conversione in legge (agosto 2014) del Decreto Competitività, rivoluziona la classificazione dei rifiuti speciali con codici a specchio”, cioè quelli che potevano essere considerati pericolosi o non pericolosi a seconda delle loro caratteristiche. La nuova disposizione risulta essere un’applicazione estrema e ingiustificata dal punto di vista scientifico del principio di precauzione. Dal 18 febbraio di fatto saranno classificati come pericolosi di circa 2/3 dei rifiuti speciali non pericolosi prodotti in Italia, circa 85 milioni di tonnellate all’anno. Le associazioni degli operatori del settore (FISE Assoambiente, FISE UNIRE, Federambiente e ATIA-ISWA) in un comunicato stampa lanciano l’allarme sulle conseguenze di questa norma:

  • nel giro di alcune settimane i pochi impianti autorizzati a trattare i rifiuti pericolosi saranno saturi e aumenterà esponenzialmente il ricorso all’esportazione dei rifiuti riclassificati, con conseguente ulteriore ingiustificata penalizzazione dei cittadini e delle imprese produttrici;
  • si sconvolgerà l’operatività quotidiana non solo dei produttori dei rifiuti ma anche delle migliaia di imprese impegnate nell’ordinaria gestione dei rifiuti;
  • i “nuovi” rifiuti pericolosi non potranno più essere gestiti negli impianti che li hanno sinora trattati e dovranno essere conferiti presso impianti autorizzati a gestire rifiuti pericolosi attualmente insufficienti per ricevere i nuovi volumi di rifiuti.

Assoambiente, FISE UNIRE, Federambiente e ATIA-ISWA chiedono al Ministero dell’Ambiente di emanare, come previsto dall’ordine del giorno approvato dalla Camera il 6 agosto 2014, una circolare esplicativa o altro atto amministrativo per garantire, nel più breve tempo possibile, alle imprese e ai cittadini italiani condizioni applicative in linea con le disposizioni europee.

 Tra le associazioni che hanno segnalato lo stato di grave stato di disagio in cui versano alcune centinaia di migliaia di imprese italiane ed enti anche l’Associazione Italiana Esperti Ambientali (http://www.assiea.it/)  che ha scritto all’On. Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, le difficoltà comportate dalla nuova normativa. Dettaglio della lettera  inviata è disponibile al seguente link .