L’articolo 64 del Collegato ambientale alla legge di stabilità (legge 221/2015), approvato a dicembre 2015 dal Parlamento ed entrato in vigore il 2 febbraio 2016 stabilisce che i piccoli Comuni delle Terre Alte potranno continuare a gestire da soli, in economia, il ciclo idrico integrato. Acquedotto, fognatura e depurazione potranno dunque continuare a essere organizzati direttamente dai Comuni montani con meno di mille abitanti, ma anche nei Comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti pregiate, sorgenti in parchi naturali o aree naturali protette, utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico. L’articolo sul ciclo idrico integrato, nel Collegato ambientale, dà una volta per tutte piena legittimità ai Comuni che gestiscono autonomamente il servizio e le infrastrutture – spiegano Borghi e Mottinelli (rispettivamente presidente nazionale Uncem, e presidente della Provincia di Brescia – coordinatore della Commissione Montagna dell’Anci). Tale articolo permette la chiusura dei diversi contenziosi e delle diverse interpretazioni di precedenti leggi che spesso hanno portato le parti di fronte alla giustizia amministrativa. La norma del Collegato ambientale apre al nuovo ruolo delle Unioni montane di Comuni, quali soggetti aggregatori e ambito nel quale costruire le green communities.