Il paper Circular Capacity: stima del fabbisogno impiantistico per il piano nazionale di gestione dei rifiuti (urbani) richiama gli aspetti giuridico-amministrativi connessi al tema della dotazione e programmazione impiantistica, dopo l’introduzione agli aspetti metodologici dell’analisi, gli indicatori, le fasi di analisi ed i dati utilizzati il documento espone e commenta i risultati in relazione alla capacità di trattamento dei rifiuti a livello regionale e all’attività di programmazione nazionale e regionale affinché le regioni convergano su livelli dei best performer comprese alcune implicazioni di politica ambientale.
Il paper arriva alle seguenti conclusioni:
1)l ’adozione di un concetto di circular capacity in senso stretto, nella programmazione della gestione nazionale e regionale dei rifiuti, rischia di generare delle forti diseconomie di scala nello sviluppo di nuovi impianti. In molti casi potrebbero emergere degli stranded cost paradossalmente nelle regioni attualmente più virtuose;
2) l’adozione di un concetto di circular capacity in senso esteso, nella programmazione della gestione nazionale e regionale dei rifiuti, consentirebbe di ottimizzare le economie di scala nello sviluppo dei nuovi impianti che potrebbero essere gestiti in modo più efficiente su macro aree regionali. La nostra proposta di stima di circular capacity in senso esteso ottenuta su base comparativa consente di traguardare gli obiettivi comunitari al 2035 (65% differenziata, 10% discarica) e promuovere la convergenza di tutte le regioni italiane a quelle più virtuose (performance:69,93% raccolta differenziata, 6,57% conferimento in discarica) attraverso una programmazione che stimi un incremento potenziale della capacità di trattamento FORSU di circa 1 Mln/Tonnellate e della capacità di termovalorizzazione di circa 2,7 Mln/Tonnellate. Congiuntamente all’incremento della raccolta differenziata, abbiamo stimato un eccesso di capacità installata in impianti di TMB per quasi 5milioni di tonnellate qualora si riducesse di 4,5 milioni di tonnellate il conferimento dei rifiuti urbani in discarica (condizione che dalle nostre analisi si verificherebbe se le regioni operassero sulla frontiera di efficienza pari al 6,57% come i best performer).Sulla base di queste prime evidenze, tuttavia, si rende necessario considerare sul piano economico un necessario trade-offtra i principi generali per la gestione in prossimità dei rifiuti urbani e quelli di efficienza economica rispetto alla dimensione impiantistica. Con particolare riferimento ad alcune tipologie di impianti (ad esempio i termovalorizzatori) il perimetro di prossimità previsto dall’articolo 182-bis potrebbe essere adeguato ad un perimetro di riferimento a livello di macro area regionale al fine di garantire maggiori benefici di economie di scala connesse alla dimensione degli impianti. Naturalmente i benefici dovranno essere considerati al netto delle esternalità ambientali connesse alla movimentazione dei rifiuti stessi su distanze maggiori di quelle che si avrebbero con l’adozione di un principio di stretta prossimità.
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Fonte: CESISP – Centro di Economia e Regolazione dei Servizi, dell’Industria e del Settore Pubblico. Università di Milano-Bicocca,