Durante le sedute del 5 e del 7 Maggio  della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali sono stati sentiti in audizione il ministro Cosata, il Presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, e il Diretto Generale, Alessandro Bratti.
In particolare i tecnici dell’ISPRA:
hanno riferito che nel bimestre marzo-aprile 2020 si è osservata una riduzione della produzione di rifiuti urbani pari a circa il 10%, e in linea con questo dato una diminuzione della raccolta differenziata in termini quantitativi (e non sul totale raccolto) sempre di circa il 10%.
I rappresentanti di Ispra hanno inoltre  spiegato che, in base a stime cautelative effettuate dall’Istituto, da qui a fine anno il sistema italiano dovrà gestire un quantitativo di rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti compreso tra 150mila e 450mila tonnellate. Questa crescita non causerà criticità per il sistema impiantistico italiano, perché è compensata dalla riduzione del 10% dei rifiuti urbani, quantificabile in 500mila tonnellate in meno. Sul fronte  della gestione dei rifiuti sanitari, secondo quanto riferito non si prevedono criticità legate alla disponibilità impiantistica. Gli auditi hanno infatti dichiarato che ad oggi è presente in Italia una capacità impiantistica in grado di trattare  circa 340mila tonnellate di rifiuti sanitari (di cui 220mila tramite incenerimento e 120mila con sterilizzazione), a fronte di circa 145mila tonnellate di quantità effettivamente trattate (96mila tramite incenerimento, 50mila con sterilizzazione).
Per quanto riguarda il Minstro Sergio Costa ha fatto una panoramica dei diversi atti di Istituto Superiore di sanità (Iss), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), Ministero dell’Ambiente e Commissione Europea concernenti la gestione dei rifiuti nell’emergenza COVID-19. Il Ministro ha inoltre richiamato le modifiche introdotte dalla legge di conversione del decreto legge «Cura Italia», che all’articolo 113-bis consente il deposito temporaneo di rifiuti fino ad un quantitativo massimo doppio rispetto a quanto previsto dal Testo unico ambientale, e con un limite temporale massimo di durata non superiore a 18 mesi.
Il Ministro ha riferito che negli impianti di incenerimento per rifiuti sanitari è al momento presente una capacità inutilizzata di 200mila tonnellate annue, mentre alcune aziende italiane avrebbero già messo a punto metodi di sanificazione per l’avvio al riciclo dei dispositivi di protezione individuale. L’impiego delle mascherine si ridurrà a un terzo di quanto previsto grazie a quelle riutilizzabili. L’audito ha anche fatto riferimento all’ipotesi di installare nelle aree urbane appositi contenitori per la raccolta di mascherine e guanti. il Ministero dell’Ambiente all’inizio dell’epidemia ha segnalato alla Commissione europea la chiusura delle frontiere da parte di alcuni Paesi membri a rifiuti italiani già trattati e pronti per l’avvio al riciclo. Il Ministro ha dichiarato che in risposta alla segnalazione la Commissione ha equiparato i rifiuti pronti per il riciclo a merci e ribadito l’impossibilità per gli stati europei di chiudere le frontiere ai flussi italiani. L’audito ha inoltre espresso la volontà di istituire un tavolo con rappresentanti di Ministero dell’Ambiente, Iss, Ispra e operatori del settore rifiuti, con l’obiettivo di monitorare i flussi di rifiuti indifferenziati, rifiuti da raccolta differenziata e rifiuti sanitari, elaborare eventuali nuove linee guida e attuare azioni di comunicazione.
Le registrazioni delle audizioni sono disponibili:

fonte Camera.it