Fin dal primo momento di lock down per contenere gli effetti del Coronavirus ci siamo interrogati sugli effetti che questo avrebbe avuto sulla mobilità urbana le norme di distanziamento sociale di fatto limiteranno il trasporto pubblico locale fino a fine pandemia.
Bikeitalia ha lanciato la proposta di realizzare una Rete di Mobilità d’Emergenza in ogni città per controbilanciare il fenomeno. Consci delle difficoltà del sistema Italia in cui la normativa non aiuta chi vuole innovare, Bikeitalia  ha anche  convocato un gruppo di lavoro tecnico a cui hanno risposto positivamente l’architetto Matteo Dondé, l’architetto Valerio Montieri e l’architetto Paolo Gandolfi. Da questa esperienza  è stato  redatto un Piano Emergenziale per la Mobilità Urbana Post-Covid che contiene le istruzioni strategiche e tecniche per evitare il collasso totale della mobilità urbana alla riapertura delle attività.
Nella strategia proposta da  Bikeitalia un ruolo fondamentale lo hanno anche i servizi di bike sharing e scooter sharing (monopattini, ndr) possono dare in questo momento.
La flotta di bici e monopattini condivisi può rivestire un ruolo “cuscinetto” per le persone che, volendo evitare il trasporto pubblico, non saprebbero come muoversi altrimenti.
Nella prima parte del documento si valutano i fenomeni in essere con un’analisi di scenario a cui si vuole dare risposta attraverso:

  • una gestione mirata del trasporto pubblico;
  • la creazione di una Rete di Mobilità di Emergenza per stimolare l’utilizzo di mezzi di trasporto veloci, leggeri e non congestionanti;
  • L’allargamento degli spazi per la pedonalità allo scopo di garantire il distanziamento sociale;
  • gestione delle Zone a Traffico Limitato e politiche della sosta.
  • Nella seconda parte del documento si presentano le soluzioni tecniche adottabili in via immediata da parte delle amministrazioni comunali in ottemperanza alla normativa vigente.
  • A conclusione del documento si trova un’indicazione di massima dei costi di realizzazione degli interventi proposti e una carrellata di best practice dall’Italia e dal mondo.

Esistono alcuni casi  di rete di mobilità di emergenza già attivati: Budapest prevede piste ciclabili che saranno create sui bordi delle strade a più corsie in entrambe le direzioni. Si partirà dal centro città e le prime ciclabili saranno realizzate in Via Béla Bartók e in Via Tétényi.
Questa nuova Rete Ciclabile di Emergenza dovrebbe durare fino a settembre 2020, ma gli esperti monitoreranno i dati di utilizzo dei percorsi e alcune ciclabili temporanee potrebbero diventare permanenti una volta finita la pandemia.
Fonte:  Bikeitalia
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Approfondimento sul tema della mobilità condivisa qui.