E’ stata presentata lo scorso 2 Novembre la seconda edizione del Dossier Pesticidi in Emilia Romagna redatta da Legambiente Emilia Romagna. Il  Dossier ha preso in considerazione i dati ufficiali ARPA 2015-2016 sulla qualità delle acque superficiali e i dati di consumo di pesticidi e propone una serie di analisi specifiche, come quella di Conapi sulle morie delle api o le prime valutazioni dell’Istituto Ramazzini sugli effetti sanitari del glifosato.
I principali dati che emergono dall’analisi:

  • il 90% dei punti analizzati ha confermato la presenza di pesticidi,
  • Sono state rilevate in alcuni campioni tracce di  pesticidi vietati da anni il che pone l’attenzione sulla possibile permanenza di queste sostanze chimiche nei terreni ben oltre il limite del loro divieto: nei campioni in particolare è stata trovata atrazina, vietata in Italia in maniera definitiva dal 1992,  e Diuron  vietato dal 2007  presente nei invece con concentrazioni significative.
  • I luoghi con i dati peggiori sono Bologna, Parma, Piacenza, Ferrara e Ravenna. Pesticidi presenti nel 90% delle stazioni in almeno un rilievo effettuato fra il 2015 e il 2016. In particolar modo, la peggior pagella ambientale nei due anni (2015-2016) si riscontra per il Cavo Sissa Abate (Parma), per il Collettore della fossa di Portomaggiore (Ferrara), nel torrente Sennio ad Alfonsine (Ravenna). 7
  • Un altro dato preoccupante per Legambiente, e direttamente legato allo spopolamento o morìa delle api, è la presenza nel 40% dei prelievi del 2016 dell’imidacloprid, un neonicotidoide utilizzato per la concia del ma is “la cui autorizzazione è stata limitata per gran parte degli utilizzi proprio perché dannoso per le api”. Incrociando i dati del Conapi, si riscontrano così  “concentrazioni di pesticidi elevati su campioni di api” in prelievi effettuati a Carpi (Modena), Castel Dan Pietro Terme, Dozza, Castelguelfo (Bologna)
  • Sebbene il ricorso ai pesticidi sia in calo, in Emilia-Romagna ne sono stati acquistati 7,6 kg per ettaro coltivato, un dato molto superiore alla media italiana  di 4,6 kg/ha. Secondo Legambiente l’unica strada percorribile per limitare il ricorso ai pesticidi è l’aumento dell’ estensione dell’agricoltura biologica, oggi all’11,3% e cresciuta del 44% negli ultimi 4 anni. Per Legambiente “l’obiettivo della Regione leader dei prodotti dop e igp deve essere quello di puntare al 100% del biologico nel medio periodo con il passaggio intermedio del 20% entro il 2020. Tale sforzo dovrebbe partire anche dal mondo dell’agroalimentare ed in particolare dalle filiere di qualità su cui si basa anche la fama e l’export regionale”.
  • Legambiente nel dossier sottolinea anche un fatto molto importante:  la mancanza di una metodologia di analisi standardizzate a livello nazionale, al momento non è possibile fare confronti sia per aree geografiche che periodo storico per l’incompletezza dei dati.

Il dossier è disponibile al seguente link Fonte:  Legambiente Emilia Romagna.