L’Italia registra gravi ritardi sul fronte della gestione dei rifiuti. Sul banco degli accusati secondo la radiografia di Eurostat, i ritardi accumulati nella pratica di riciclaggio dei rifiuti, e il perdurare del ricorso al conferimento in discarica. L’indagine di Eurostat conferma che ammonta a mezza tonnellata a testa la quantita’ di rifiuti urbani prodotta ogni anno dai cittadini europei. Il calcolo del 2007 e’ stato compiuto facendo una media tra i 294 chilogrammi di un cittadino della repubblica Ceca e gli 801 di uno della Danimarca. L’analisi della situazione all’interno di ogni stato membro rivela che ci sono grandi differenze. Per quanto riguarda la produzione, ad esempio, a fianco di paesi quali la Danimarca, l’ Irlanda e Cipro con una produzione procapite superiore ai 750 chilogrammi di rifiuti domestici all’anno, vi sono paesi come la Romania, la Lettonia, la Polonia e le repubbliche Slovacchia e Ceca che ne producono meno di 400. Registrano una produzione tra 500 e 600 chilogrammi procapite Austria, Spagna, Germania, Regno Unito, Italia, la Francia, Estonia, Svezia e Finlandia e tra 400 e 500 chilogrammi Belgio, Portogallo, Bulgaria, Ungheria, Grecia, Slovenia e Lituania. Sul fronte del riciclaggio si collocano in testa alla top ten la Germania, il Belgio e la Svezia, rispettivamente con il 46, il 39 e il 37 per cento e in coda alla classifica la Bulgaria (che porta il 100% in discarica) Romania, Polonia, repubbliche Ceca e Slovacchia che oscillano tra l’1 e il 2%. L’Italia si colloca sulla parte bassa della graduatoria con un modesto 11% che sale invece al 43% se si sommano anche le percentuali di compostaggio. Per quanto riguarda la classifica ”nera” del conferimento in discarica, subito dopo la Bulgaria troviamo la Romania con il 99% dei rifiuti, il 96% della Lituania, e poi il gruppo che sta attorno all’82-87% costituito da Slovacchia, Repubblica Ceca, Grecia e Cipro. I paesi che utilizzano meno questa forma di smaltimento sono la Germania (1%), i Paesi Bassi (3%), Belgio e Svezia (4%), Danimarca (5%). Ad incenerimento vanno il 53% dei rifiuti in Danimarca, il 47% in Svezia e Lussemburgo il 39% in Belgio, il 36% in Francia e il 35% in Germania. Per il compostaggio eccelle l’Austria con il 38% cui seguono l’Italia con il 33% (mentre il dato Ispra indica percentuali dell’11% ), il Lussemburgo e i Paesi Bassi con il 28%. Gli altri paesi sono tutti sotto una percentuale del 20% e alcuni non lo praticano per niente.