Lunedì 25 marzo a Bologna nel corso di un convegno organizzato da Confservizi ER, con il patrocinio di Regione, Utilitalia, Anci ER e H20 si è parlato del modello “virtuoso” di gestione del servizo idrico in Emilia-Romagna, modello basato su un governo del settore a forte impronta e indirizzo pubblico.
Oggi infatti l’Emilia Romagna è l’unica tra le grandi regioni italiane a non avere nessuna procedura di infrazione in corso: la dotazione di reti fognarie e depuratori rispetta le direttive europee.
La qualità contrattuale del servizio presenta standard superiori ai requisiti della regolazione ARERA, con tempi di esecuzione delle prestazioni inferiori e un grado di rispetto degli impegni assunti nelle carte del servizio compresa tra il 95 e il 99%, superiore alla media delle gestioni industriali del territorio nazionale. In Emilia-Romagna gli investimenti hanno permesso il potenziamento delle fonti, la manutenzione delle reti e garantito l’adeguata depurazione delle acque reflue: il monitoraggio delle reti ad uso civile è prossimo al 100% e le perdite idriche sono il 29,8%, quasi dieci punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale.
Gli investimenti realizzati sostengono circa 4mila posti di lavoro, tra addetti diretti, indiretti e nell’indotto. A questi si aggiungono i circa 2.650 occupati alle dirette dipendenze delle gestioni idriche.
Questi risultati sono stati conseguiti assicurando tariffe sostenibili. La spesa di una famiglia per la fornitura di 150mila litri di acqua all’anno è di 347 euro: circa 30 euro in più della media nazionale ma di gran lunga inferiore a quella delle migliori esperienze europee.
Confservizi mette a disposizione comunicati stampa e gli atti del convegno al seguente link.
 Fonte: Confservizi Emilia-Romagna