La Regione leader sui rifiuti in Italia riuscirà a integrare la prevenzione nella gestione dei rifiuti? Il cammino tra potenzialità e attuazione
Il 5 marzo la Giunta regionale ha licenziato il nuovo Piano Regionale del Veneto, Regione leader in Italia su questo terreno (http://www.regione.veneto.it/c/document_library/get_file?uuid=d7954335-74cb-4834-b76e-82aa241c880f&groupId=10709 ).
La nota che segue riprende i molti spunti in sé interessanti, e tenta di definire le condizioni perché la gestione del Piano e del Programma per la prevenzione dei rifiuti in esso contenuto veda la prevenzione non come aggiunta, ma punto di partenza per lo sviluppo con continuità di azioni operative e integrate agli altri aspetti della gestione dei rifiuti.
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali (Dgr n. 264 del 05.03 2013) è predisposto (art. 1) in attuazione dell’articolo 199 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. e degli articoli 10 e 11 della legge regionale 25 gennaio 2000, n. 3, in quanto compatibili.
L’orizzonte temporale del Piano si estende (v. art. 2 dell’elaborato A sulla Normativa a di Piano ) fino all’anno 2020 (aggiornamenti sono previsti ogni 6 anni o “quando serve”).
Tra gli obiettivi del Piano (art.4) , conformi all’art. 199 del D.Lgs. n. 152/2006 , ritroviamo al comma 1 a. limitare la produzione dei rifiuti nonché la loro pericolosità ” … c. garantire il rispetto della gerarchia dei rifiuti favorendo innanzitutto la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e subordinatamente altre forme di recupero, quali ad esempio il recupero di energia.
In relazione alla LR 3/2000 troviamo al comma 2. (che di riferisce all’art 10) a. l’individuazione delle iniziative volte alla riduzione della quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti nonchè all’incremento di forme di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero degli stessi e al comma 3. (che di riferisce all’art 11) a. promuovere le iniziative dirette a limitare la produzione della quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti speciali.
Per il conseguimento degli obiettivi si prevede che nell’assegnazione degli interventi che beneficiano di contributi e finanziamenti regionali, nazionali o comunitari, vengano privilegiati quelli relativi ai processi produttivi che consentono una riduzione della quantità e/o pericolosità dei rifiuti.
Ai rifiuti urbani (RU) è dedicato l’elaborato B del Piano. La loro produzione totale nel 2010 era pari in Veneto a 2.408.599 t, per un valore pro capite di 487,7 kg/ab*a.
Vengono proposti due scenari di evoluzione della produzione regionale di rifiuti.
Uno è quello “tendenziale”, di mantenimento delle condizioni attuali di produzione e di gestione nell’arco temporale considerato: non si applicano le azioni di riduzione dei rifiuti, la produzione pro capite è di 460 kg/ab*anno e la produzione totale di RU: 2.405.800 tonnellate
Il secondo è quello “di piano”, in cui grazie ad alcune azioni di riduzione della produzione di rifiuti si assume che la produzione pro capite passi a 440 kg/ab*anno e quella totale di RU 2.306.000 tonnellate. Ma vediamo come viene programmata la prevenzione dei rifiuti.