Si è tenuto lo scorso a Bologna, in occasione di ACCADUEO 2018 il convegno “Diamo Valore all’Acqua: L’innovazione nella manutenzione e gestione delle reti” nel corso del quale è stato presentato anche il Rapporto ACCADUEO CRESME sull’innovazione e il mercato delle reti.
Dalla discussione dell’incontro è emerso che l’Italia è un Paese che ha un enorme bisogno di investimenti nel settore idrico e fognario. Serve una nuova regolamentazione per permettere al comparto di innovarsi e diventare efficiente. In Europa siamo il Paese più ricco d’acqua e il più povero in termini di infrastrutture, sprechiamo quasi la metà dell’acqua distribuita. Oggi in Italia ci sono circa 530mila chilometri di acquedotti e circa 200mila chilometri sarebbero da rinnovare. Perché ciò avvenga servono investimenti e un approccio industriale che richiede anche capacità di spendere le risorse economiche a disposizione. La Legge Galli, che ha dato vita al servizio idrico integrato riformando il settore, è stata varata 24 anni fa e necessita di revisione per fare si che il regolatore riesca a costruire le condizioni per un processo decisionale fluido.
Uno dei principali punti deboli del sistema idrico italiano è senza dubbio la tariffa idrica, oggi ci sono più di 92 tariffe, una per ogni ATO, serve una rivisitazione che vada nella direzione di uniformare la tariffa e il principio deve essere quello di pagare tutti, ma pagare meno. Con la tariffa non si paga l’acqua, che in Italia è un bene pubblico, ma il sistema di gestione delle reti. Il tema del servizio idrico integrato non va affrontato sul tema della governance e dell’assetto proprietario, ma sul tema della capacità di investire delle aziende perché il nostro paese ha un fortissimo ritardo e un gap di investimenti. Per fare questo servono requisiti dimensionali minimi e servono leggi che permettano alle aziende di essere più forti nella capacità di investire.
Durante il convegno è stato presentato anche il Rapporto ACCADUEO, curato da CRESME: “Primo rapporto congiunturale e previsionale sull’innovazione e sul mercato delle reti, dei sistemi acquedottistici, fognari e di depurazione in Italia 2018-2020”. Secondo i dati contenuti nel documento l’Italia è il secondo paese in Europa – dopo la Spagna – in termini di superficie irrigata. Nel 2017 il settore civile ha prelevato 9 miliardi di mc di acqua, di cui 8,3 miliardi di mc sono arrivati alle reti comunali mentre nelle nostre case ne sono arrivati solo 4,9 miliardi. Nel tragitto sono stati persi 4,1 miliardi di mc di acqua e nella sola rete di distribuzione la quota di perdite idriche totali ha raggiunto il 41,4%. Lo scorso anno l’agricoltura ha prelevato 17 miliardi di mc d’acqua e ne ha consumati 14,5 miliardi, perdendo 2,5 miliardi di mc di acqua.
La condizione degli impianti di depurazione delle acque reflue è addirittura più critica ed è costata all’Italia una sanzione di 25 milioni di euro oltre 30 milioni di euro per ciascun semestre di ritardo fino alla completa messa a norma dei 74 agglomerati che risultano ancora difformi alla direttiva 91/271/CEE, la maggior parte dei quali è localizzato in Sicilia. Nel 2015 sono stati censiti 342 comuni ancora privi del servizio di depurazione delle acque reflue. Per evitare di ricevere ulteriori sanzioni l’unica soluzione è investire nella depurazione.
La sintesi del rapporto è disponibile qui.
Fonte: ACCADUEO