Dopo cinque anni ancora in Italia il premio ambientale Goldmann 2013. Il riconoscimento è andato a Rossano Ercolini, proprio per l’impulso dato nel nostro paese al movimento Rifiuti Zero
[Ci scusiamo per la pubblicazione in ritardo di questa news redatta in occasione del conferimento del premio a Rossano Ercolini. la redazione di Rifiutilab]
Sarà per quel camminare nell’utopia dato dal suo vivere a Capannori, [1] , sarà per il felice connubio tra importanza della causa e “profonda semplicità” dell’uomo.
Certo tra le non molte “buone notizie ambientali” di questi tempi faticosi metterei tra le prime la notizia che un riconoscimento prestigioso come il premio ambientale Goldman (che va a sei figure internazionali che s’impegnano quotidianamente in difesa dell’ambiente e della qualità della vita delle comunità) è andato per il 2013 a Rossano Ercolini[2].
Rossano per me non è solo l’anima di quel movimento Rifiuti Zero che ha a contribuito a far partire anche in Italia, con tante/i altre/i, e che sta ora facendo un vero salto di qualità nella capacità di allargare l’arco degli interlocutori e il livello della proposta[3].
Rossano è l’immagine vivente di una figura (troppo) rara nel panorama politico e culturale del nostro paese: quella di chi sa partire e coltivare l’indignazione per una proposta ambientalmente pericolosa, economicamente deficitaria e dannosa per la salute (l’opposizione all’inceneritore) per legare le ragione di un no ad una altrettanto e forse più impegnata ricerca delle ragioni di un si, della ricerca della alternative. E di farlo con una atteggiamento sistemico e scientifico.
Il percorso da No Inc a “Rifiuti Zero” è un percorso che si pone il problema di contenere gli scarti ed eliminare i rifiuti. Che si dota di un centro di ricerca[4] che va a vedere nei sacchi del rifiuto residuo cosa “non funziona” nella produzione industriale e come può essere cambiato per “eliminare i rifiuti”. Che prende contatto con l’industria per studiare insieme come modificare in questo senso processi e prodotti – come è successo per studiare cialde di caffè recuperabili e avviare il pulper da cartiera al riutilizzo come materia anzichè all’incenerimento.
Sono certo che la cosa che più ha rallegrato Rossano sta proprio nel salto di qualità che la dotazione economica legata al premio (150.000 dollari) consentirà al Centro di ricerca (che peraltro era e sarà gestito e retto attraverso il lavoro volontario di tanti “attivisti scientifici”).
Credo anche che l’Amministrazione Comunale di Capannori, che[5] lo ha fatto nascere e sostenuto per quel che poteva, dovrebbe essere stimolata da questo premio portato a Capannori da Rossano (il secondo a breve, dopo il riconoscimento al suo assessore Alessio Ciacci del premio ambientalista dell’anno 2012) a valutare l’idea di inserire il Centro di Ricerca Rifiuti Zero all’interno del Polo tecnologico che sta allestendo. Cosa vi è infatti di più innovativo dell’apporto che il Centro riesce a dare alle industrie che scelgono di mettersi nell’ottica di rifiuti zero?
Sarebbe un modo per sviluppare anche in Toscana una struttura potenzialmente paragonabile al mitico Zero Waste Institute[6] che ha tanto contribuito alla diffusione della cultura dell’eco design.
[1] Descritto dalla penna di Roberto Cavallo in . Camminare con Alessio, Rossano e … Giorgio in http://errecavallo.wordpress.com/ .
[2] A 15 anni di distanza dalla vittoria della siciliana Anna Giordano (nel 1998)
[3] Fino ad arrivare alla proposta di legge cui ho dedicato l’ultima numero della Finestra sulla prevenzione dei rifiuti V. http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=3087&menuindex=
[5] Grazie all’opera del Sindaco Giorgio Del Ghingaro e dell’assessore all’ambiente Alessio Ciacci.