In occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, ISPRA pubblica il rapporto Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali. Il Rapporto è frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, che ci indicano come nel mondo lo spreco sia in aumento. Il rapporto sottolinea come la riduzione dello spreco alimentare abbinato alla diffusione di sistemi agricoli biologici saranno indispensabili per la tutela dell’ambiente e il miglioramento della rendita in termini di produzioni alimentari, dei terreni agricoli.
Lo spreco alimentare è considerato dalle Nazioni Unite e dalle altre istituzioni internazionali tra le maggiori cause della crisi ecologica, per l’alterazione dei processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo. Secondo la FAO, circa un terzo del cibo commestibile globale è perso o sprecato. Il 56% dello spreco si concentra nei paesi industrializzati, il restante 44% nei paesi in via di sviluppo. La riduzione dello spreco alimentare è una strategia chiave per ridurre le pressioni sugli habitat naturali e sulle varie componenti dell’ambiente dovute alla crescente produzione di cibo che dovrà aumentare nei prossimi anni del 50%.
Il Rapporto ISPRA sottolinea come sia importante garantire la tutela ambientale puntando su un uso responsabile del consumo di suolo e sull’inversione dell’abbandono di aree rurali, nonché alla riconversione della produzione, favorendo l’agroecologia, la scienza che applica i principi dell’ecologia alla pianificazione e gestione dei sistemi agricoli e altri metodi estensivi tra cui l’agricoltura biologica. Questi due sistemi agricoli riducono gli impatti ambientali e favoriscono la permanenza nei terreni  dei nutrienti valorizzando l’agro-biodiversità, ossia l’insieme delle diversità biologiche rilevanti per l’agricoltura tra cui le varietà di vegetali, razze animali, insetti e microrganismi utili. Per permettere questa trasformazione è perciò necessario in parallelo ridurre lo spreco alimentare nelle sue varie forme, le quali oltre ai rifiuti alimentari comprendono tra l’altro la sovralimentazione (in forte aumento), gli usi non alimentari (es.: biocombustibili), le perdite nette nell’alimentazione degli allevamenti animali. Fondamentale è il ruolo della ricerca, nazionale e internazionale. E’ importante anche stabilire sinergie con altre competenze, soggetti e istituzioni per attuare impegni internazionali come quello dell’Agenda ONU 2030 che prevede di ridurre a livello globale i rifiuti alimentari nelle filiere di fornitura e dimezzarli nelle fasi finali, tramite modelli di produzione e consumo equi e sostenibili.
Alcuni numeri del rapporto:

  • La principale causa di spreco alimentare è la sovrapproduzione di eccedenze;
  • ad ogni incremento di fabbisogno, corrisponde un aumento maggiore di offerte e consumi, innescando la crescita dello spreco (+3,2% ogni anno).
  • In Italia, per ristabilire condizioni di sicurezza alimentare, gli sprechi complessivi dovrebbero essere ridotti di almeno il 25% degli attuali.
  • Lo spreco alimentare genera effetti socio-economici e ambientali molto significativi. Ad esso sono infatti associate emissioni di gas-serra per circa 3,3 miliardi di tonnellate (Gt) di anidride carbonica (CO2), pari a oltre il 7% delle emissioni totali (nel 2016 pari a 51.9 miliardi di tonnellate di CO2). Se fosse una nazione, lo spreco alimentare sarebbe al terzo posto dopo Cina e USA nella classifica degli Stati emettitori.

Il Rapporto completo ed il comunicati stampa di presentazione dono disponibili qui.
Fonte: ISPRA