La seconda ondata della pandemia da Covid 19 richiede attenzione e misure adeguate, ma è importante guardare oltre l’emergenza: i fondi di Next Generation EU dovrebbero essere utilizzati per uscire dalla pandemia con un Green Deal per affrontare la transizione alla neutralità climatica. Il riscaldamento globale produce già danni enormi che potrebbero rapidamente aggravarsi, fino a diventare ben più gravi di quelli prodotti dalla stessa pandemia.
Sulla base di questo scenario si sono tenuti il 3 ed il 4 novembre scorso, in modalità digitale, gli Stati Generali della Green Economy nell’ ambito di Ecomondo Key-Energy organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 69 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione europea e il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. Al centro della  discussione il pacchetto di proposte, avanzato dal Consiglio nazionale, di mettere un “Green Deal al centro del piano di rilancio per l’Italia per non subire l’emergenza e puntare su una nuova fase per la green economy.
La green economy non è solo un’economia decarbonizzata ma è anche competitiva  perché circolare nell’uso di risorse scarse e punta a rafforzare  la nostra bioeconomia  rigenerativa . Solo una green economy può alimentare uno sviluppo durevole , in grado di valorizzare digitalizzazione e innovazione, di promuovere nuovi investimenti, di creare molti nuovi posti di lavoro valorizzando le potenzialità dell’Italia, tutelando  il suo straordinario capitale naturale e culturale “- ha dichiarato Edo Ronchi, del Consiglio nazionale della green economy-
Nella giornata inaugurale dell’evento è stata illustrata dal Presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, la Relazione sullo stato della green economy in Italia che fa il punto su sei settori strategici della green economy, registrando le loro difficoltà in quest’anno della pandemia.
Energia – iI primo semestre del 2020 è stato caratterizzato da un calo della domanda energetica senza precedenti, che si è tradotto anche in una sensibile riduzione delle emissioni di gas serra che, nel primo semestre 2020 sono diminuite del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Rinnovabili – sono state le uniche fonti energetiche che hanno continuato a crescere, con un più 3% nel primo semestre di quest’anno .Preoccupa tuttavia il calo degli investimenti nel 2020 in nuovi impianti fotovoltaici ed eolici.
Rifiuti -nella produzione di quelli speciali si stima un calo del 25% nel 2020 rispetto all’anno precedente. La produzione di rifiuti urbani ha avuto una flessione minore, fra il 10 e il 14%. Si sono registrate notevoli difficoltà nel riciclo, per la riduzione delle attività degli impiantima soprattutto per l’abbassamento dei prezzi e la carenza di sbocchi di mercato delle materie prime seconde.
Agroalimentare di qualità  –il settore ha sofferto per  il calo dell’export Il blocco della ristorazione e del turismo, : nel 2020 si prevede una contrazione degli acquisti agroalimentari di circa 24 miliardi di euro.
Mobilità ci sono stati cali notevoli nel trasporto pubblico urbano e  ferroviario ma anche nella sharing mobility.Sono invece aumentate le vendite di biciclette e di auto elettriche e ad aprile c’è stato un vero e proprio boom di acquisti: 12,1% del totale venduto.
Green City – i progetti di rigenerazione urbana hanno subito rallentamenti.
I documenti relativi alla nona edizione degli Stati Generali della Green Economy  sono disponibili qui 
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Fonte: Stati Generali della Green Economy