UrbanWINS
Partecipare, conoscere, progettare per ridurre la produzione dei rifiuti e migliorarne la gestione.
Un bilancio del primo anno e mezzo di attività.
Antonio Castagna
 
UrbanWINS è un progetto europeo che si svolge in contemporanea in otto città. Quattro di queste sono italiane: Cremona (capofila), Pomezia, Albano Laziale e Torino.
Sostanzialmente si tratta di un processo di progettazione partecipata finalizzato a mettere in campo azioni connesse alla riduzione della produzione e alla miglior gestione dei rifiuti. La principale aspettativa del processo partecipativo è che l’incontro di esperti, cittadini attivi, funzionari pubblici, provenienti dal mondo della pubblica amministrazione ed anche dell’Università e della ricerca, possa generare azioni sperimentali sul territorio.
È una scommessa difficile, come sempre quando si attiva la partecipazione. Nei gruppi, come detto, si incontrano docenti universitari, progettisti di centrali capaci di produrre biogas e idrogeno a partire da scarti di cibo, imprenditori e manager che provano a capire se la loro impresa può dare un contributo alla risoluzione del problema, rappresentanti di istituzioni culturali, funzionari e rappresentanti delle amministrazioni locali che si occupano di rifiuti e funzionari che si occupano di progetti di inclusione sociale fondati sul riuso creativo di materiali di scarto, attivisti a cui non è subito chiara la distinzione tra rifiuto e non rifiuto e che magari faticano ad accettare di vivere in un contesto dominato da apparenti paradossi legali, per cui un oggetto in buone condizioni appena passa la soglia di un ecocentro (o semplicemente viene appoggiato a un cassonetto), cessa di essere un bene e diventa rifiuto senza altra possibilità di appello.
 
È il bello di questo tipo di azioni che fanno sì che proposte ingenue possano trasformarsi in grandi idee e che ipotesi di esperti possano essere messe in discussione, non perché sbagliate dal punto di vista tecnico, ma perché l’incontro con altri punti di vista può sempre metterne in evidenza i punti deboli. Tutti i soggetti sono stati invitati a partecipare dalla Città di Torino, pescando tra quelle persone che negli anni hanno preso parte a eventi come il Climathon o altre iniziative che avevano al centro la qualità dell’ambiente, oltre che tra quelle istituzioni e incubatori di impresa che mettono al centro il tema della sostenibilità ambientale.
Urban WINS è un progetto che si sviluppa in un triennio (a partire da giugno 2016), altra cosa difficile: come si fa a mantenere attivo e costante l’interesse di un gruppo di almeno trenta persone per più anni?
 
Nel corso del 2017 si sono svolte quattro agorà, ovvero gli incontri in sessione plenaria. Nel corso della prima agorà del 29 giugno scorso sono stati selezionati i temi che i partecipanti avrebbero discusso ed approfondito in sottogruppi negli incontri successivi. Si sono così formati quattro gruppi di lavoro, uno dei quali si occupa di riuso e riciclo, un altro di azioni di prevenzione con particolare attenzione alla riduzione delle materie plastiche, un altro di pianificazione urbanistica e di riutilizzo delle macerie da demolizione, infine un quarto che si occupa di educazione ambientale.
 
Giunti alla quarta agorà sulle otto previste, posso provare a fare un primo bilancio dell’iniziativa nel mio ruolo di urban blogger, ovvero della figura pervista dal progetto per raccontare all’esterno che cos’è UrbanWINS, sia rendicontando le attività delle agorà reali, sia cercando di attivare e mantenere viva l’attenzione dell’agorà virtuale.
Ho pertanto partecipato a tutte le agorà, agli incontri preparatori, ho letto documenti e mi dedico ad animare la piattaforma dedicata al progetto, www.urbanwins.eu/online-agora/home, dove vengono condivise idee e documenti tra un’agorà e l’altra e a cui chiunque può iscriversi.
Posso dire che diverse persone si sono attivate e le idee circolano, il confronto si alimenta di domande, proposte ed incertezze.
Gli organizzatori, per rendere più chiari alcuni argomenti discussi o ancora da affrontare, a ogni agorà hanno proposto qualche breve pillola formativa, prima che il confronto nei gruppi cominciasse. Mi vengono in mente l’intervento del professor Sciullo, ricercatore dell’Università di Torino, che ha presentato la prospettiva del metabolismo urbano[*],
https://www.urbanwins.eu/online-agora/documents/view/51/economia-circolare-e-metabolismo-urbano-prospettive-per-la-citta-soste
quale modo di pensare alla città come se fosse un organismo e i flussi di materia come se fossero input e output di un corpo vivente. Prospettiva che ci è parsa preziosa, perché prende in considerazione non solo la quantità e la qualità della materia e delle risorse che caratterizzano la vita di una città, ma anche i processi digestivi reali, che sono influenzati non solo dall’economia, ma anche dalle idiosincrasie, dagli orientamenti culturali, dalle abitudini, dalle tradizioni che fanno di ogni città un unicum e che possono favorire o meno certe azioni di cambiamento. Oppure l’intervento di Stefania Alemanni, funzionaria della Città Metropolitana di Torino che ha spiegato la differenza tra rifiuto e sottoprodotto che è quello scarto, esito di un processo produttivo, che può essere reimmesso nello stesso o in un altro ciclo produttivo così com’è, come potrebbero essere gli sfridi in un processo di stampaggio di oggetti in plastica o la polvere di ferro che può essere fusa nuovamente per produrre altri beni, mentre i residui di una demolizione, possono essere riciclati come rifiuti ma non possono essere considerati sottoprodotti,
https://www.urbanwins.eu/online-agora/documents/view/29/pillola-formativa-sui-rifiuti-vs-sottoprodotti.
O ancora l’intervento di Valeria Veglia, anche lei funzionaria della città metropolitana di Torino, che ha spiegato la normativa degli appalti verdi, dei criteri ambientali minimi (C.A.M.) che puntano a generare un mercato più ampio per i prodotti con filiere certificate dal punto di vista ambientale, attraverso l’obbligo, negli acquisti della pubblica amministrazione, di dare a tali prodotti un vantaggio nelle procedure di appalto,
https://www.urbanwins.eu/online-agora/documents/view/28/pillola-formativa-sugli-acquisti-verdi.
Nel corso delle prossime quattro agorà le idee analizzate fin qui dovranno essere ulteriormente affinate alla ricerca di quella che potrebbe acquisire dignità di sperimentazione.
La valenza del progetto non sta solo nel sostegno economico che potrebbe ricevere l’idea che acquisirà il consenso maggiore, ma anche, e forse soprattutto, nella possibilità di attivare un confronto più ampio sulle politiche della città dedicate ai rifiuti e alla loro prevenzione. Emergerà qualcosa di nuovo e diverso rispetto a quanto già espresso e attivato dall’amministrazione comunale? E quello che emergerà, sarà compatibile con le azioni già avviate? Sarà possibile trovare delle linee di finanziamento in Europa che consentano di sperimentare delle altre azioni o di affinarne alcune già in essere? Ogni processo partecipato si basa su un patto esplicito, e cioè che le amministrazioni locali diano continuità alle azioni a cui i cittadini coinvolti hanno dedicato tempo e intelligenza nell’ideazione e progettazione. Ce la faranno le quattro città italiane coinvolte in UrbanWINS? Il mio impegno è quello di continuare ad informarvi ed aggiornarvi.
Alcune video interviste realizzate con i partecipanti raccontano, dal loro punto di vista, a che punto siamo:
https://www.urbanwins.eu/online-agora/videos/view/34/silvia-spandre
https://www.urbanwins.eu/online-agora/videos/view/33/paola-costa-e-mirella-fochi
https://www.urbanwins.eu/online-agora/videos/view/31/enrico-iannone
https://www.urbanwins.eu/online-agora/videos/view/30/chiara-battistoni
 
[*] I link sono attivi, la piattaforma richiede però sempre di iscriversi e inserire ogni volta le credenziali di accesso. Per aprire i documenti in formato PDF bisogna cliccare la freccia in alto a destra.