A Expo firmato un Protocollo d’intesa per un progetto sperimentale contro lo spreco alimentare. A Ferrara quarta tappa di AvanziAMO, percorsi ferraresi per la valorizzazione delle eccellenze e la riduzione delle eccedenze alimentari.
TESTO
La scelta dello spreco alimentare come tema da mettere al centro (per il 2014) della SERR e della EWWR. La presenza di un evento a vasta risonanza mediatico come Expo 2015. La legge francese antispreco. Le parole di papa Francesco e i contenuti ambientali inclusivi e di riequilibrio delle diseguaglianza dell’enciclica Laudato si. La presentazione e l’avvio della discussione in Parlamento di una “legge antispreco”.
Tutte queste cose (delle quali la Finestra sulla prevenzione dei rifiuti ha avuto modo di occuparsi[1]) stanno moltiplicando le iniziative di lotta allo spreco alimentare.
Soprattutto si sta passando da iniziative puntiformi e totalmente affidate ad azioni volontarie al tentativo di programmarle e di fornire contesti normativi, procedurali, fiscali e e logistici più certi e definiti per la lotta allo spreco alimentare.
In questo contesto mi sono fatto tre domande.
- Si stanno creando le condizioni per un salto che innalzi quantità e qualità del “cibo recuperato” e messo gratuitamente e disposizione di quella branca fondamentale del welfare locale che è il sostegno al disagio alimentare?
- Può essere questo una modalità efficace per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, cioè può il Pinpas[2] essere davvero il primo programma attuativo del Programmare Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti[3]?
- Le politiche di recupero delle eccedenze possono essere legate a politiche di riqualificazione della filiera di produzione e distribuzione del cibo a livello locale, con una riqualificazione del settore primario come risorsa innovativa dei territori per rilanciarne insieme le tradizioni storiche, artistiche, eno gastronomiche? Sarebbero infatti tutte risorse di cui l’Italia abbonda, in qualità e quantità …
Cominciano a succedersi alcuni fatti che mi fanno sperare si possano dare risposte positive a quelle domande . Ne voglio segnalare due tra quelli appena svolti o che stanno per svolgersi, ripromettendomi di tornare più avanti sul loro sviluppo.
Il 22 settembre al padiglione Lombardia dell’Expo è stato firmato un Protocollo di intesa[4] per l’attuazione del progetto sperimentale contro lo spreco alimentare, che coinvolge 14 comuni lombardi, 10 operatori della Grande Distribuzione e 9 organizzazioni Onlus.
Il Protocollo vuole verificare lo stato attuale della destinazione dei cibi e prodotti alimentari invenduti, valutare gli aspetti e gli effetti ambientali, economici e sociali di questo nuovo approccio al contrasto dello spreco alimentare.
Con l’obiettivo finale di costruire un modello economico e sociale, orientare le future strategie di Regione Lombardia nel campo della lotta allo spreco alimentare, fornire un significativo contributo al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti.
Il progetto sarà coordinato da Regione Lombardia con il supporto, dal punto di vista scientifico e metodologico, della Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA)
Il Protocollo si pone alcune finalità:
- L’individuazione e l’analisi della normativa e delle attuali procedure in materia di gestione e recupero degli alimenti, mettendo in evidenza i principali aspetti critici e la predisposizione di linee guida igienico-sanitarie per orientare il processo devolutivo;
- la valutazione di costi/benefici economici, sociali e ambientali legati alla devoluzione dell’invenduto per le tipologie di soggetti coinvolti (Comuni, GDO, Enti non profit);
- Individuazione, di forme e modalità per introdurre nelle procedure amministrative dei Comuni meccanismi premiali, incentivanti e/o compensativi per le Parti del presente protocollo direttamente coinvolte nelle iniziative di devoluzione;
- Comunicazione e divulgazione delle attività svolte nell’ambito del presente protocollo e di altre iniziative contro lo spreco alimentare, presso un pubblico non specialistico e quanto più ampio.
L’accordo ha la durata di due anni, a partire dalla data di sottoscrizione dello stesso, il monitoraggio dei dati richiesti decorrerà a partire da settembre 2015 e terminerà a dicembre 2016.
Ognuno dei soggetti firmatari ha il suo ruolo nel protocollo.
La Regione deve attivare tavoli di confronto tra i portatori di interessi; supportare l’individuazione di forme e modalità per introdurre nelle procedure amministrative dei Comuni meccanismi premiali, incentivanti e/o compensativi; predisporre linee guida su come gestire in modo corretto i prodotti in scadenza; verificare i requisiti igienico sanitari.
La FLA si occupa di analizzare gli effetti ambientali ed economici (costi e benefici) dell’attuale sistema di devoluzione delle eccedenze alimentari generate dalla GDO, i benefici economici, ambientali e sociali della devoluzione dell’invenduto; inoltre gestirà i tavoli di confronto; guiderà l’introduzione delle premialità comunali; coordinerà le campagne di comunicazione; curerà la pubblicazione finale sul progetto.
Ai Comuni spetta il compito fondamentale di valutare e individuare forme di incentivazione, premialità e compensazione per i soggetti che sui loro territori sono impegnati in iniziative di devoluzione dell’invenduto.
La GDO fornisce i punti vendita dove sperimentare la devoluzione partecipa a tavoli e collabora sui vari punti del progetto.
Gli Enti no profit sono ovviamente il motore operativo del progetto, oltre e collaborare ai vari aspetti del suo sviluppo.
Si tratta di un progetto di grande interesse e di contenuto innovativo, cui si può forse fare un appunto: quello di essere un po’ “timido”, perchè le azioni vengono impostate in modo sperimentale, con soggetti e su contesti un po’ limitati (e con i tempi un po’ lunghi legati alla necessità di coinvolgere portatori di interesse così diversi e poco abituati a lavorare insieme). Si tratta però di limiti che possono essere superati nella pratica e se la sperimentazione verrà ben condotta e darà buoni risultati sarà possibile ampliarla fino a farla diventare la regola, trasformando la devoluzione delle eccedenze in una pratica corrente e abituale per la GDO.
Sta nel frattempo prendendo quota un altro progetto sul quale sarà opportuno tornare.
A Ferrara – per iniziativa della Associazione culturale no profit Officina Dinamica[5] è partito il progetto AvanziAMO, significativamente sottotitolato “percorsi ferraresi per la valorizzazione delle eccellenze e la riduzione delle eccedenze alimentari”.
Qui basti dire che l’idea forza è quella di unire la lotta alla spreco alimentare con la riscoperta e la valorizzazione delle eccellenze che sempre più, a Ferrara come in tutto il paese, si incontrano luno tutta la filiera alimentare, una filiera che va il più possibile accorciata, perchè rapporti sempr
e più diretti tra produzione, consumo e uso favoriscono la riscoperta della qualità e riducono rifiuti e impatti logistici.
Il progetto si sta sviluppando per tappe.
Le prime due (5 e 6 giugno 2015) lo hanno lanciato, avviando il coinvolgimento delle istituzioni (Comuni e gestori dei rifiuti) e dei soggetti economici attivi lungo la filiera (produttori, distributori, ristoratori, GDO, GAS) fino al volontariato sociale che recupera le eccedenze alimentari e le distribuisce a chi ne fa uso[6].
La terza il 21 settembre[7] e la quarta, che è in programma sabato 3 ottobre[8] cominciano a ragionare sulle azioni e gli strumenti che si possono mettere in campo i contributi che possono dare al progetto, rispettivamente:
- una ristorazione di qualità, ad alto tasso di recupero delle eccedenze e basso d produzione di rifiuti, legata al rilancio di un turismo sostenibile;
- una gestione dei rifiuti sostenibile , basata sulla prevenzione alla fonte e sull’uso antispreco della tariffa e di intese volontarie tra gli operatori.
Il percorso sta allargando il numero dei soggetti aderenti e i temi su cui si possono realizzare la azioni, che verranno progettate in modo condiviso.
Si punta infatti ad arrivare alla definizione di una Carta del cibo di Ferrara, la cui prima bozza potrebbe essere presentata in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.
Non si tratterà né di un doppione né di una risposta alla Carta di Milano[9], ma una declinazione dei suoi indirizzi sul terreno dell’azione operativa e del coinvolgimento dei soggetti. Nella convinzione che ciò debba avvenire a livello locale e unendo la lotta alla spreco ad un’azione di valorizzazione della filiera di produzione del cibo locale e delle valenze artistiche e paesaggistiche dei territori.
E che in questo binomio ci sia non soltanto una riserva per le azioni di solidarietà alimentare e il sostegno al welfare locale, ma una miniera per lo sviluppo delle economie locale a partire dal legame tra settore primario, arte e paesaggio – tutti fattori di cui l’Italia dispone in modo abbondante e che possono costituire la risorsa chiave per l’economia del nostro paese.
In questa sede ho voluto solo stimolare i lettori con due segnalazioni legate all’attualità.
Su entrambi i progetti sarà possibile tornare in modo più ponderato, specialmente se alle premesse faranno seguito sviluppi altrettanto interessanti.
[1] http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=4288&menuindex=., http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=4287&menuindex= , http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=4352&menuindex=
[2] http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio_immagini/Galletti/Comunicati/PINPAS%2010%20MISURE%20PRIORITARIE%205%20GIUGNO%202014.pdf
[3] http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/comunicati/Programma%20nazionale%20prevenzione%20rifiuti.pdf
[4] Licenziato con delibera della Giunta Regionale della Lombardia n. 3908 del 24 luglio 2015.