Watergrabbing – An Atlas of Water è una pubblicazione realizzata con il sostegno di European Journalism Center e di Gruppo Cap, in partnership con sette testate giornalistiche, che racconta il fenomeno dell’accaparramento dell’acqua nel mondo.
Con l’espressione water grabbing, o “accaparramento dell’acqua” ci si riferisce a situazioni in cui attori potenti sono in grado di prendere il controllo o deviare a proprio vantaggio risorse idriche preziose, sottraendole a comunità locali o intere nazioni, la cui sussistenza si basa proprio su quelle stesse risorse e quegli stessi ecosistemi che vengono depredati.
Da bene comune liberamente accessibile, l’acqua si trasforma in bene privato o controllato da chi detiene il potere. Gli effetti di questo accaparramento sono devastanti. Famiglie scacciate dai loro villaggi per fare spazio a mega dighe, privatizzazione delle fonti idriche, inquinamento dell’acqua per scopi industriali che beneficiano pochi e danneggiano gli ecosistemi, controllo delle fonti idriche da parte di forze militari per limitare lo sviluppo.
Il fenomeno è molto diffuso nelle aree a sud del mondo ma anche in alcuni paesi industrializzati. Le ragioni sono legate alla crescente domanda d’acqua dovuta all’aumento di popolazione e alla crescita industriale dei paesi in via di sviluppo, oppure agli effetti del cambiamento climatico. L’acqua diventa fonte di conflitto, bene scarso per cui è fondamentale accaparrarsene a spese del vicino, a discapito anche di donne e bambine che si occupano della raccolta giornaliera sottraendo tempo all’educazione e al lavoro.
Il report è disponibile al seguente link
Fonte: lifegate