L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato il documento Financing urban adaptation to climate change che racconta il lavoro fatto dalle diverse amministrazioni per adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici con lo scopo di condividere le migliori pratiche favorendo la diffusione delle conoscenze sul tema.
Il rapporto osserva come 11 città Europee stanno sviluppando i progetti di adattamento ai cambiamenti climatici anche attraverso le politiche ed i finanziamenti utilizzati. I casi di studio analizzano vari progetti che aiuteranno le città a proteggersi dai danni causati da eventi meteorologici estremi. Questi includono la costruzione spazi verdi e montaggio tetti verdi, che aumentano la capacità della città di trattenere l’acqua piovana e garantiscono raffreddamento e isolamento termico. I casi studio sono esaminati anche attraverso le opzioni di finanziamento innovative utilizzate, come obbligazioni verdi e crowdfunding.
La pubblicazione ha lo scopo di servire come una risorsa per i fornitori di finanziamento adattamento e sviluppatori di progetti di enti pubblici internazionali, nazionali o regionali e le istituzioni private. Il rapporto include anche un allegato utile che fornisce una panoramica delle opzioni di finanziamento a livello europeo a disposizione dei comuni.
Uno dei maggiori problemi rilevati dagli amministratori per effettuare interventi per la lotta al cambiamento climatico è legato alla mancanza e dalla difficoltà nel reperire i fondi necessari agli interventi. Spesso le hanno anche necessità di sostituire infrastrutture obsolete come vecchie reti fognarie, edifici pubblici o sistemi di trasporto locale. Una delle soluzioni trovate per risolvere il problema dei fondi per le opere necessarie ai cambiamenti climatici è stata quella di incentivare progetti in grado di conciliare queste due necessità.
Gli 11 casi di studio considerati interessano: Amsterdam, Bilbao, Bologna, Bratislava, Copenhagen, Gand, Amburgo, Lisbona, Malmö, Parigi, e Smolyan.
Il rapporto è disponibile al seguente link.
Fonte: Agenzia Europea per L’Ambiente