Il Ministro Galletti, in audizione alla Camera durante l’audizione in Commissione V Bilancio il 18 gennaio 2017, ha parlato dello stato del trattamento e scarico delle acque reflue e delle procedure di infrazione. La direttiva 91/271/CEE relativa alla raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue generate da agglomerati urbani e da alcuni settori industriali, prevede che tutti gli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 abitanti equivalenti siano provvisti di rete fognaria e di impianti depurativi, secondo specifiche modalità e tempi di adeguamento in funzione del carico generato e dell’area di scarico (in area sensibile o meno). I tempi di adeguamento risultano ormai ampiamente superati, tenuto conto che l’ultima scadenza era stata fissata al 31 dicembre 2005.
Nonostante gli sforzi posti in essere da tempo e i risultati ottenuti negli ultimi anni nel settore idrico, il ritardo nell’adeguamento del settore fognario-depurativo che ancora oggi caratterizza alcune aree del nostro Paese, specialmente nel Mezzogiorno, ha determinato l’avvio, da parte della Commissione Europea, di procedure d’infrazione.

Galletti ha spiegato come, in particolare, l’Italia sia soggetta a tre procedure di infrazione relative alla violazione della disciplina europea in materia di acque reflue urbane:

  • Procedura di infrazione 2004/2034 – Cattiva applicazione della direttiva 91/271/CEE nelle Aree Normali con più di 15.000 abitanti. La sentenza di condanna della Corte di Giustizia Uedel 19 luglio 2012 (causa C-565/10);
  • Procedura di infrazione 2009/2034 – Cattiva applicazione della direttiva 91/271/CEE nelle Aree Sensibili con più di 10.000 abitanti. La sentenza di condanna della Corte di Giustizia Uedel 10 aprile 2014 (causa C-85/13);
  • Procedura di infrazione 2014/2059 – Cattiva applicazione della direttiva 91/271/CEE in un numero consistente di agglomerati (878) con più di 2000 abitanti collocati sia in aree “normali” che in aree “sensibili”. Allo stato la procedura è in fase di Parere motivato.

Per le prime due procedure di infrazione è già intervenuta una prima condanna da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il Ministro ha spiegato dettagliatamente per ciascuna infrazione, lo stato di avanzamento degli interventi per la risoluzione delle emergenze e che cosa sta concretamente facendo il nostro paese per risolverle ed evitare ulteriori sanzioni.
Galletti ha chiuso l’audizione constatando la criticità della situazione: Non siamo di fronte a una situazione rosea, né di semplice risoluzione: il rischio di una seconda condanna connessa alla procedura d’infrazione n. 2004/2034, con l’irrogazione di pesanti sanzioni economiche è, purtroppo, estremamente realistico.
Il testo completo dell’audizione è disponibile link.
Fonte: Ministero dell’Ambiente