L’Ufficio Economico di Confesercenti ha reso note le stime per le tariffe 2015: a grandi linee la tendenza è ad un rallentamento della crescita ( +0,9%) soprattutto in relazione al 2014 (+2%) ma che contribuisce comunque a far crescere l’inflazione. La tariffa che continua a crescere è quella per il servizio idrico integrato, che nel 2015 aumenta il costo della fornitura dell’8,8% con un aggravio per famiglie e imprese che va a contrastare i benefici delle riduzioni di gas ed elettricità. Gli adeguamenti tariffari del servizio idrico stabiliti dall’AEEGSI sono legati ai fabbisogni d’investimento, stimati in 4,5 miliardi di euro. Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha fatto registrare tassi di crescita elevati soprattutto nel 2014, mentre dovrebbe chiudere il 2015 con un leggero calo del -3,5% per le famiglie; per le imprese, invece sono stati registrati incrementi fino al 35% negli ultimi cinque anni per le attività del turismo, contro il 24% registrato nello stesso periodo dai nuclei familiari. L’avvento della gestione industriale, ancora frenato dalla frammentazione degli operatori (se ne contano ancora 2.000 con soggetti diversi per ciascuna fase del servizio), dovrebbe arrivare a determinare, per ogni “ambito territoriale”, gestore e tariffa unica. Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha fatto registrare tassi di crescita elevati soprattutto nel 2014, mentre dovrebbe chiudere l’anno in corso con un -3,5% per le famiglie. Le stime Confesercenti – Innova prevedono invece ancora aumenti ingenti della Tari per le imprese, con incrementi fino al 35% negli ultimi cinque anni per le attività del turismo, contro il 24% registrato nello stesso periodo dai nuclei familiari. L’effetto del taglia-bollette introdotto dal Decreto competitività” del 2014 si è tradotto in 51 euro in meno a famiglia, ma risparmi azzerati per le PMI nonostante fossero state introdotte alcune misure per arrivare a ridurre il costo della bolletta energetica del 10% per le micro-piccole imprese, con l’obiettivo di liberare risorse per circa 1,8 miliardi di euro.

Il testo completo dello studio è disponibile al seguente link.