Il Conai vara il decalogo per ottimizzare le raccolte differenziate dei rifiuti da imballaggio. Bene, ma serve anche una spinta verso la prevenzione e riduzione dei rifiuti da imballaggio.
Il Conai ha svolto e svolge un ruolo ineliminabile per lo sviluppo della Raccolta Differenziata (RD) dei rifiuti da imballaggio e non (ad es. Comieco non raccoglie solo i rifiuti da imballaggio, ma tutti gli scarti cartacei).
La spinta dell’accordo Anci – Conai è fondamentale per sostenere il sistema integrato di Raccolte che i Comuni si sono dati – a partire da quella della frazione umida del RU.
Il Conai vuole innalzare la qualità della RD, perchè ha bisogno di raccogliere materiali di qualità che alimentino l’industria del riciclaggio. Per raggiungere questo obiettivo ha definito (con i Consorzi di filiera e con il patrocinio del Ministero per l’Ambiente) un decalogo della buona raccolta. Anche i Comuni hanno interesse a svilupparla, per poter introitare i contributi per il riciclaggio senza le decurtazioni legate alle impurità dei materiali.
Il decalogo si occupa non solo della giusta separazione di materiali tra i vari contenitori, ma anche di dividere, per esempio, i barattoli e rispettivi tappi, di ripulire le scatole dal cibo, scoraggiare il conferimento dei cartoni della pizza consumata nella carta, per non peggiorare la qualità della raccolta differenziata e via dicendo – v. in http://www.raccolta10piu.it/decalogo.html ):
Il Ministero dell’Ambiente deve incoraggiare Conai, gestori pubblici e privati dei rifiuti e consumatori a migliorare la RD, perchè il riciclaggio sta al terzo posto nella gerarchia UE sulla gestione dei rifiuti. Ma anche ricordare che sui gradini più altri del podio troviamo al primo posto la prevenzione e al secondo la preparazione per il riutilizzo.
E che anche per gli imballaggi è possibile applicare queste priorità.
Nello sviluppo di queste azioni hanno grande importanza i comportamenti dei consumatori (che nel decidere come fare la spesa possono scegliere di eliminare o ridurre al minimo l’imballaggio: con l’uso di borse per la spesa riutilizzabile v. http://www.portalasporta.it/; con acquisti alla spina o sfusi e in generale che limitino gli imballaggi).
Ma anche le azioni dei produttori (qualche iniziativa per ridurre in peso e rendere riutilizzabili gli imballaggi di trova nei programmi di prevenzione del Conai -v. in http://www.conai.org/– e dei consorzi di filiera. Ed esistono consorzi e circuiti per rendere economico il riutilizzo degli imballaggi, ad es. della cassette di frutta e verdura – v. Cprsystem http://www.cprsystem.it/ – delle quali non mancano anche i percorsi di riutilizzo artigianale e artistico – v- ad es. http://picasaweb.google.com/laciociara/CasseECassetteLegno# ).
E pure i distributori possono favorire il riutilizzo di imballaggi terziari (v. per i pallet http://www.print-pack.it/scheda_dossier_pack.asp?id=9) o primari (v. i circuiti di riutilizzo dei contenitori per liquidi, come “vetro indietro” – http://www.informagiovani-italia.com/vetro_a_rendere.htm).
In definitiva va richiamata l’attenzione sul fatto che anche per quanto riguarda imballaggi e rifiuti da imballaggi è possibile (e necessario) sostenere e qualificare le raccolte differenziate, ma è anche doveroso applicare la gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti.
Non mancano esempi di prevenzione e preparazione per il riutilizzo, che dimostrano la praticità e l’economicità di questa soluzioni ambientalmente vantaggiose.
Il Ministero dell’ambiente dovrebbe porre questa questione al centro dell’elaborazione di quel Programma nazionale per la prevenzione dei rifiuti che il nostro paese è impegnato a darsi entro il 12 dicembre 2013. E può partire dagli spunti di alcuni studi che ha “in casa”, come le Linee guida sulla prevenzione dei rifiuti prodotte da Federambiente e Osservatorio Nazionale sui Rifiuti (v. http://www.federambiente.it/open_attachment.aspx?I0=cd7d5983-60b6-4e57-8836-def59965c0cc).