Presentati a Roma lo scorso 21 marzo il Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia 2024 e il Blue Book 2024 – I dati del Servizio Idrico Integrato.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico impongono una pianificazione strategica di interventi mirati ad adeguare il grado di resilienza delle infrastrutture idriche italiane.
Il Blue Book 2024, partendo dai dati di uno dei periodi più siccitosi che la storia climatologica del nostro Paese ricordi (2022-2023), propone la consueta fotografia del comparto, analizzando le novità in tema di governance, regolazione e investimenti, con un occhio di riguardo al fabbisogno di settore e, per la prima volta, anche ad azioni e sfide che coinvolgono la filiera estesa. La quattordicesima edizione è stata realizzata in collaborazione con Istat, Enea, Anbi e le sette Autorità di Bacino dei Distretti Idrografici
Alcuni dati contenuti nei rapporti:
- Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico hanno raggiunto i 64 euro annui per abitante nel 2022, con una crescita del 94% rispetto al 2012 (circa 33 euro per abitante), l’anno di avvio della regolazione ARERA. Valori che si avvicinano progressivamente alla media europea degli ultimi cinque anni, pari a 82 euro per abitante.
- Permane un profondo divario in termini di capacità di investimento tra le gestioni industriali e quelle comunali “in economia”, diffuse soprattutto nel Meridione: qui gli investimenti medi si sono attestati su 11 euro per abitante; dei 1.465 Comuni in cui la gestione di almeno uno dei servizi è “in economia”, l’80% si trova al Sud per una popolazione interessata pari a circa 7,6 milioni di persone.
- La filiera idrica estesa vale quasi il 20% del PIL. L’acqua è una risorsa sempre più preziosa per la vita dei cittadini così come per l’economia italiana: la filiera idrica estesa genera valore per 367,5 miliardi di euro, pari al 19% dell’intero PIL nazionale, un valore in crescita dell’8,7% rispetto al 2021.
- La filiera estesa dell’acqua coinvolge una vasta gamma di attività economiche, dalla produzione agricola alla manifattura idrovora, al settore energetico, toccando complessivamente 1,4 milioni di imprese agricole, circa 330.000 aziende manifatturiere e 10.000 imprese energetiche. L’impatto diretto, indiretto e indotto del settore porta un valore aggiunto di 16,5 miliardi di euro, attivando oltre 150.000 posti di lavoro.
- Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita delle tariffe del servizio idrico di circa +5% annuo, anche se quelle italiane rimangono tra le più basse d’Europa. Il valore degli investimenti sostenuti dalla tariffa è aumentato fino a circa 4 miliardi l’anno.
- Il PNRR sta dando certamente un impulso significativo, grazie anche alle risorse aggiuntive derivanti dalla recente rimodulazione del Piano, che ha permesso di stanziare circa 1 miliardo di euro aggiuntivi, destinati alla riduzione delle perdite, oggi ancora elevate e mediamente pari a circa il 42% dell’acqua immessa in rete.
- Il fabbisogno di investimenti settore è stimato in almeno 6 miliardi l’anno: serviranno dunque risorse aggiuntive pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno fino al 2026, e pari ad almeno 2 miliardi di euro l’anno dopo la chiusura del PNRR, per innalzare l’indice di investimento annuo e raggiungere i 100 euro per abitante, avvicinandosi così alla media di altri Paesi europei di dimensione simile all’Italia.
- Il ciclo idrico esteso, che include le sette fasi del ciclo idrico integrato, la fornitura di software e tecnologia e le filiere di fornitura, vale oltre 9 miliardi con una crescita media annua del +3,8% nel periodo 2010-2022, superiore sia alla media del settore manifatturiero che a quella dell’intero PIL italiano.
- Oltre 90 mila lavoratori del ciclo idrico esteso, al nord più imprese e occupati. Tramite l’attivazione delle catene di fornitura e subfornitura, il ciclo idrico esteso genera in Italia un valore aggiunto totale di €25,7 miliardi. Per ogni euro di valore aggiunto generato dal ciclo idrico esteso, se ne attivano €1,8 aggiuntivi nell’intera economia.
- Al Nord si concentra il 74% dei lavoratori del ciclo idrico esteso e il 60% delle 3.500 imprese totali del settore, al Centro e Sud rimangono rispettivamente il 12,6% e 12,8% degli occupati e il 15,8% e 26,2% delle imprese. La gestione pubblica dell’acqua affidata ai singoli enti territoriali (gestione in economia) – che genera un valore complessivo di solamente 491 milioni di euro è una prerogativa del Sud Italia e delle Isole.
Le pubblicazioni e la loro sintesi sono disponibili al seguente link
Fonte: Utilitas
