Un paio di assaggi per un tema che quest’anno troverà il giusto spazio sulla Finestra sulla prevenzione dei rifiuti.
C’è chi non si rassegna al fatto che i grandi eventi nel nostro paese siano principalmente occasioni di grandi affari illeciti e/o di diffusione di un turismo inconsapevole e distruttivo,
Io sono tra questi e, scrivendo da Venezia, ne so qualcosa sulla mia pelle.
Il “2015 ci porta quello che è presentato come il “grande evento” per l’Italia: l’esposizione universale – localizzata a Milano ma che investirà molte zone del nostro paese. Il tema di Expo 2015 è “nutrire il pianeta”.
In teoria una grande occasione che un paese come il nostro ha per “cambiare registro” e offrire al visitatore un rapporto consapevole con il “bel paese”, la sua arte, la sua cultura, e con la valorizzazione della sua straordinaria ricchezza culturale ed enogastronomica.
Dal nostro punto di vista ci piacerebbe fosse anche una piazza dove portare il modesto contributo dei “preventori dei rifiuti” alla gestione sostenibile e, fin dove possibile, packaging free e waste free dell’evento.
Partiamo da un paio di segnalazioni che ci consento di toccare due temi, che riguardano gli eventi milanesi ma debbono allargarsi agli altri programmati altrove utilizzando il marchio Expo 2015: la gestione degli eventi e il destino degli scarti alimentari.
Una gestione degli eventi “sostenibile” e che riduca la produzione di rifiuti avviando al riciclo quelli comunque prodotti è ormai possibile e matura, sia per i piccoli che per i grandi numeri.
Non è la prima volta che la Finestra sulla prevenzione dei rifiuti affronta il tema della “gestione sostenibile di un grande evento” (già nel 2010 segnalammo la buona pratica della Woodstock a 5 stelle di Cesena[1]) e vogliamo ora segnalare – per far capire come le buone pratiche siano ormai consolidate e consentano di “capire prima come si fa a non recuperare i danni poi” – l’esistenza di corsi formazione sugli eventi sostenibili[2].
La visione “sostenibile” della gestione del turismo e dei grandi eventi deve entrare con più decisione nella cultura manageriale necessaria alla loro organizzazione/gestione.
Si è sostenibili se il rapporto con i territori che ospitano opere ed eventi all’attenzione dei visitatori è di scambio (basato sulla logica del “cosa faccio per invitarti a tornare”) e non culturalmente “usa e getta”. Perché quando si ragiona in termini di utile immediato e “di categoria”, il rapporto con il visitatore tende inevitabilmente a divenire “di rapina”[3] )
E in questa logica è necessario inserire le azioni di prevenzione e gestione sostenibile dei rifiuti come uno dei grandi temi da affrontare.
Questo per Expo 2015 vorrà dire introdurre un secondo tema al di là della prevenzione, riduzione e avvio al riciclaggio dei rifiuti degli eventi convegnistici: lavorare da una parte sull’educazione alimentare e del gusto e dall’altra sul superamento del divario alimentare e sul recupero delle eccedenze.
E’ questo il terreno di azioni del Programma nazionale contro lo spreco alimentare (Pinpas), che, lo ricordiamo, è anche un programma attuativo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (PNPR).
In occasione della sottoscrizione della “Carta di Bologna”[4] Andrea Segrè, presidente del Comitato Scientifico del PNPR ha annunciato che Expo 2015 sarà l’occasione per un allargamento del fronte della lotta alla spreco alimentare e per avviare durante l’esposizione azioni concrete di recupero delle eccedenza alimentari ed avvio al circuito delle mense sociali.
E’ un terreno che qui vale solo la pena annunciare, per svilupparlo adeguatamente in seguito, magari dopo che – come annunciato a Bologna – la seconda giornata nazionale contro lo spreco alimentare – programmata per il 5 febbraio 2015, porterà gli indispensabili nuovi elementi sulla sue evoluzione.
[2] http://www.acquistiverdi.it/news/2014/11/18/5_6_febbraio_2015_corso_di_agg11610?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Persona11780
[3] In questo senso è illuminante l’esperienza di Venezia, passata da città del “commercio delle relazioni” a città del “commercio rapace”.