Si è tenuta la settimana scorsa a Palermo la conferenza Watec Italy 2017, la mostra convegno internazionale dedicata alla gestione e alla salvaguardia della risorsa idrica.
Durante la mostra convegno è stato presentato il rapporto International Statistics For Water Services che fa il punto sulle tariffe dell’acqua a livello mondiale. Le tariffe dell’acqua in Italia sono fra le più basse d’Europa e del mondo ma ciò è dovuto alla mancanza di investimenti, specialmente nel Meridione, figlia di una rete idrica eccessivamente frammentata. Secondo il rapporto servirebbero 5 miliardi l’anno per una riqualificazione seria, ma l’esistenza di oltre 700 gestori impedisce di sfruttare gli strumenti finanziari che sarebbero necessari per centrare l’obiettivo.
Anche a livello mondiale sono pochi i Paesi in cui l’acqua costa meno che in Italia. Tra questi l’Iran (a Teheran si pagano 0,19 dollari per metro cubo), le Mauritius (0,43 dollari), Macao (0,54 dollari), la Cina (a Shanghai si pagano 0,59 dollari per metro cubo) e Taiwan (a Taipei ogni metro cubo di acqua si paga 0,61 dollari). I bassi valori delle tariffe idriche in Italia risultano ancora più evidenti dal confronto in base al Pil. A Bologna il Prodotto interno lordo è di 29.600 dollari pro capite e per ogni metro cubo di acqua si pagano 1,71 dollari; in Francia a Bordeaux il Pil pro capite è di 35.700 dollari e l’acqua costa 4,80 dollari; a Graz, in Austria, con un Pil pro-capite di 42.600 dollari si pagano 6,07 dollari per metro cubo. Il livello di ricchezza, dunque, non è assolutamente proporzionale ai costi dell’acqua.
“Le tariffe – commenta il professor Mazzola – in Italia sono cresciute progressivamente ma lentamente nell’arco degli ultimi anni, raggiungendo un valore medio di circa 2 euro al metro cubo. Guardando la bolletta, le percentuali dei rincari sembrano astronomiche, ma in realtà in valore assoluto sono decisamente modeste. Il problema principale restano gli investimenti: un esempio virtuoso proviene dalla Germania, dove le tariffe consentono un costante rinnovamento degli impianti e delle strutture. In Italia alcune zone sono ormai a regime: al Nord si stanno ottenendo buoni risultati, mentre al Sud non c’è capacità di investire a fronte di elevati costi gestionali”.
Il sito web della conferenza Watec Italy 2017 link
Fonte: Repubbilca.it articolo originale link