Il Laboratorio Arpat dell’Area Vasta Costa con sede a Livorno ha messo a punto un metodo per la determinazione dei n-alcani policlorurati a catena corta, meglio conosciuti come “Cloroalcani C10-C13” o con l’acronimo SCCPs “short-chain polychlorinated paraffines”, nelle acque superficiali. Si tratta di sostanze che vengono utilizzate come componenti dei lubrificanti nel taglio dei metalli o nelle operazioni di metal forming, come plasticizzanti secondari e ritardanti di fiamma nelle plastiche, in particolare PVC, ma anche come ritardanti di fiamma in vari prodotti fra cui gomme, pitture, rivestimenti adesivi e sigillanti.
In base alla direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, questa classe di composti è identificata come sostanza pericolosa prioritaria. A livello internazionale, il metodo di riferimento è l’UNI EN ISO 12010:2019 “Qualità dell’acqua – Determinazione di alcani policlorurati a catena corta (SCCP) in acqua – Metodo per gas cromatografia con spettrometria di massa (GC-MS) e ionizzazione chimica a ioni negativi”.
A causa della peculiarità del parametro nonché del metodo da utilizzare, ad oggi sono pochissimi i laboratori che eseguono questa analisi.
Il Laboratorio ha acquisito la strumentazione necessaria, costituita da un gascromatografo con rivelatore a selezione di massa con ionizzazione chimica negativa (NCI), nonché gli standard di riferimento, di difficile reperibilità e costosi, ed ha proceduto alla messa a punto del metodo.
Il comunicato della rete snpa qui
fonte: snpaambiente