Lo scorso 26 ottobre è stata presentata dalla Commissione Europea la proposta di revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria.

I principali punti:

  • 8 anni di tempo agli stati membri per adeguarsi ai nuovi limiti, che entreranno ufficialmente in vigore soltanto il 1 gennaio 2030;
  • Per il PM2.5, il valore massimo annuale sarà più che dimezzato a 10 µg/m3 dagli attuali 25. Il limite considerato sicuro per la salute umana dall’OMS è 5 µg/m3. La soglia di 25 µg/m3 vale per la media giornaliera e non può essere sforata per più di 18 giorni l’anno;
  • Per il PM10 il limite annuale che passa a 20 µg/m3 (era 40, per l’Oms 15), quello giornaliero a 45 µg/m3 da 50;
  • Per diossido di azoto (NO2) nuovi valori massimi  20 µg/m3 l’anno (50 microgrammi il limite sulle 24 ore, 200 quello sui 60 minuti) cioè il doppio delle linee guida OMS. Il valore medio sull’anno previsto finora dalla direttiva qualità dell’aria era 40 µg/m3;
  • Per il biossido di zolfo (SO2) i tre limiti sono fissati a 20, 50 e 350 µg/m3. La nuova direttiva stabilisce anche i massimali per monossido di carbonio, benzene, piombo, arsenico, cadmio, nickel e benzo(a)pirene.

Tutti questi valori dovranno essere rivisti a partire dal 2028, ogni 5 anni, in base alle nuove evidenze scientifiche e alle tecnologie disponibili, con la possibilità di adeguarsi all’OMS prima di metà secolo.

Il testo della direttiva prevede un incentivo importante affinché gli stati evitino di sforare i limiti ammessi: i cittadini potranno citare in giudizio i loro paesi di appartenenza e hanno diritto a una compensazione in caso di mancato rispetto dei limiti. Nel farlo potranno anche essere rappresentati da ONG attraverso azioni collettive.

I nuovi standard sulla qualità dell’aria, secondo le stime, costeranno 7 volte meno dei benefici attesi ovvero meno dello 0,1% del Pil europee. Ad oggi, i costi sanitari legati all’inquinamento atmosferico in Europa sono stimati tra i 231 e gli 853 mld di euro l’anno, mentre le morti premature sono almeno 300mila.

I documenti sulla nova proposta di revisione sono disponibili qui.

Fonte: Commissione Europea