Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha commentato l’apertura da parte della Commissione Ue della seconda fase della procedura d’infrazione nei confronti di Italia, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna per il superamento dei limiti di biossido d’azoto nell’aria in alcune città. Governo, Regioni e comuni hanno già scelto di lavorare insieme per la qualità dell’aria e di farlo programmando misure finalmente strutturali, uscendo dalla logica delle risposte emergenziali. E’ chiaro a tutti che il problema dello smog non si risolva da un giorno all’altro: è il motivo per cui non può sorprendere l’apertura della seconda fase dell’infrazione, rispetto alla quale siamo del resto in buona compagnia in Europa. Siamo convinti che la Commissione riconoscerà il nostro cambio di marcia. Dalle misure previste nel protocollo per la qualità dell’aria di fine 2015 sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità e attuare una serie di misure anti-inquinamento. Sono in fase di valutazione progetti presentati sul bando da 35 milioni per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro e la realizzazione di infrastrutture tra cui le colonnine di ricarica elettrica, sull’acquisto nazionale centralizzato di mezzi pubblici ecologici e su tutto il fronte dell’efficienza energetica, una delle chiavi per risolvere il problema smog alla radice. Nel bacino padano dove la situaione è particolarmente critica, si sta lavorando in modo particolare, i risultati sono giè iniziati ad arrivare: il decreto sulla certificazione di qualità delle ‘caldaiette’. L’attuazione della direttiva Nec e il relativo programma nazionale di riduzione delle emissioni – conclude Galletti – sarà un ulteriore tassello di un’azione mai cosi determinata per elevare la qualità ambientale dei nostri centri urbani.