Nel 2014 le emissioni mondiali di anidride carbonica non sono aumentate: una buona notizia. Ma la riduzione va analizzata, per capire se si tratta di una promettente modifica strutturale o di una semplice variazione congiunturale. Lo fanno Marzio Galeotti e Alessandro Lanza in un articolo pubblicato su lavoce.info. La crescita delle emissioni a livello mondiale ha già frenato nei primi anni Ottanta, nel 1992 nel 2009: tutti periodi di crisi economica. Nel 2014 tuttavia il prodotto interno lordo mondiale è cresciuto del 3,3 per cento, ma le emissioni sono rimaste invariate. Gli autori sostengono la necessità di ragionare e ricercare le cause corrette di questo arresto al fine di verificare se ciò corrisponda ad una buona notizia o sia un evento legato alla crisi economica in corso. L’equazione che permette di fare ciò è l’identità di Kaya che combina i diversi fattori che determinano il livello delle emissioni di anidride carbonica. Mostra come il livello totale di emissioni può essere espresso tramite il prodotto di quattro termini:

  • emissioni di carbonio per unità di energia consumata,
  • energia consumata per unità di Pil,
  • Pil pro capite,
  • Popolazione.

Attraverso l’analisi di questa equazione risulta chiaro come la riduzione di emissioni tra il 2007-2008 e poi 2008-2009 seguano dinamiche differenti ma abbiano in comune la presenza di un periodo di crisi economica mondiale, che si riflette sull’andamento delle emissioni. Gli autori spiegano che non può essere considerato come una buona notizia il fatto che il tasso di crescita delle emissioni diminuisca in presenza dalla riduzione del reddito (pro capite). Se invece osserviamo il 2013 e 2014 vediamo che la dinamica delle emissioni è largamente dominata dall’andamento del rapporto “carbonizzazione energia”, ovvero emissioni/energia. L’effetto ricchezza e l’andamento della popolazione nei due periodi sono molto simili, mentre differiscono l’aumento dell’efficienza energetica, ma soprattutto il rapporto che esprime la relazione carbonio per unità di energia consumata. Si tratta della riduzione più ampia mai sperimentata negli ultimi dieci anni, di tre volte superiore alla seconda realizzata in un periodo di crisi economica (-0,8 per cento nel 2008).

Tra i fattori che hanno portato a questo risultato: gli Stati Uniti, che tra il 2014 e il 2013 hanno “decarbonizzato” all’1,8 per cento, e la Cina (consumatrice della metà del carbone mondiale), che ha portato il rapporto a un -3,4 % riducendo, a parità di domanda di energia, il consumo di carbone. L’articolo completo è disponibile al seguente link