Negli scorsi giorni ISPRA ha pubblicato la ricerca La stima dei benefici ambientali associati a interventi di mobilità sostenibile: metodologie e risultati che propone un’analisi degli studi di letteratura nazionali e internazionali sulle attività di stima dei benefici ambientali connessi a progetti di mobilità sostenibile quali la mobilità in condivisione (car e bike sharing, car pooling), le azioni di traffic calming (zone 30), la mobilità dolce (spostamenti a piedi o in bicicletta e relative infrastrutture), il pedibus e la micromobilità.

Lo scopo del lavoro è stato di evidenziare le metodologie utilizzate per stimare la riduzione delle emissioni di gas serra, di comprenderne le possibilità sottolineando i punti di forza e i limiti dei singoli lavori.

Al fine di consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, è necessario disporre di strumenti utili alla pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile. Strumenti che consentano al decisore di valutare i possibili benefici ambientali associati alle varie soluzioni di mobilità sostenibile.

Il documento fornisce una panoramica aggiornata delle più recenti metodologie riportate nella letteratura scientifica che consentono di stimare i benefici ambientali associati ad alcune tipologie di progetti di mobilità sostenibile (sharing mobility, pedibus, mobilità dolce, ecc.) in termini di riduzione di gas climalteranti, gas inquinanti e particolato.

Metodologie di ricerca utili per affrontare la questione della sostenibilità del settore trasporto urbano, settore che riguarda strettamente la possibilità di costruire delle città intelligenti e sostenibili ossia dei luoghi che rispettino le necessità dei cittadini, tra cui quella di muoversi è riconosciuta tra le fondamentali.

Il rapporto conclude che un’economia circolare basata sulla condivisione, come la condivisione di biciclette o automobili, è una modalità possibile per ridurre il consumo di energia e le emissioni nel settore dei trasporti.

Le misure di riduzione dei limiti di velocità e di istituzione di aree urbane con limiti a 30 e 20 km/h sono essenzialmente adottate per ridurre l’incidentalità e migliorare la convivenza tra auto, biciclette e pedoni. Mentre per quanto concerne la riduzione di numero e gravità degli incidenti è riscontrata e condivisa in tutte le città che hanno adottato le zone 30, come la diminuzione delle emissioni di rumore, non è altrettanto chiaro l’effetto positivo sulle emissioni di inquinanti atmosferici.

I risultati presentati dagli studi hanno indicato che le forme di mobilità attiva (a piedi e/o in bicicletta) possono costituire un’alternativa valida alla mobilità motorizzata ricorrendo alla mobilità a piedi per coprire percorsi di breve durata e alla bicicletta per distanze mediolunghe. Alla mobilità attiva corrisponde un risparmio sulle emissioni in quanto non comporta lo sfruttamento di combustibili fossili. Tuttavia, nel calcolo dei benefici ambientali di questa modalità di trasporto vanno considerate le emissioni legate al LCA della costruzione e della manutenzione delle piste ciclabili, sommate a quelle necessarie per la produzione, distribuzione e preparazione degli alimenti necessari per fornire energia per poter pedalare.

Uno shift modale verso la mobilità attiva richiede alcune condizioni quali la presenza di infrastrutture dedicate alla ciclabilità e pedonalità, curate e mantenute, ben ramificate nel tessuto urbano e collegate con i più importanti punti di snodo multimodale Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2016) incentiva i cittadini alla mobilità attiva e sottolinea l’importanza della pianificazione urbanistica e delle politiche dei trasporti per migliorare l’accessibilità e la sicurezza degli spostamenti a piedi e in bicicletta.

Il pedibus rappresenta un modo sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare a scuola. Oltre all’impatto positivo sull’ambiente e sul clima, il pedibus determina molti altri vantaggi: aspetti sociali e di mobilità inclusiva capace di rinsaldare i rapporti sociali tra i bambini, l’educazione dei ragazzi alla sostenibilità ambientale, ma soprattutto la promozione di uno stile di vita sano per gli effetti positivi dell’attività motoria e del camminare in genere anche solo per mezz’ora al giorno, correlato anche alla produzione di endorfine che hanno un effetto positivo sull’umore dei bambini. Infine, da un punto di vista educativo il pedibus può generare un aumento dell’autonomia dei bambini.

Il rapporto completo è disponibile qui

Fonte: ISPRA