Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, lo scorso 21 ottobre, ha pubblicato il documento Mobilità e logistica sostenibili. Analisi e indirizzi strategici per il futuro che contiene dati, analisi e metodi innovativi sulla cui base sono state elaborate le linee di indirizzo per contribuire alla creazione di un sistema di trasporti e della logistica orientato alla crescita economica del Paese, sostenibile, resiliente e inclusivo.
Il documento illustra numerose proposte sulle quali basare le future politiche per il trasporto delle persone e delle merci, nella prospettiva della sostenibilità ambientale e sociale, della resilienza alla crisi climatica.
Il documento analizza anche i temi legati all’innovazione tecnologica (decarbonizzazione, transizione digitale e sviluppo di veicoli autonomi e connessi), alla qualità del lavoro, un settore interessato da profondi cambiamenti e da livelli di tutela troppo diversi nei vari comparti, nonché al rapporto tra Stato e mercato nella realizzazione delle infrastrutture e nella gestione dei servizi offerti.
Il documento rappresenta una base analitica per la programmazione delle politiche future per la mobilità e la logistica, in una visione integrata, è un contributo fondamentale per programmare gli investimenti futuri, secondo un “piano-processo”, l’unico possibile per analizzare i sistemi di trasporto e della logistica, in grado di adattarsi ai cambiamenti in atto e a quelli futuri.
I dati elaborati mostrano un Paese in forte movimento, più di quanto immaginato finora, così come i forti problemi di accessibilità di alcuni territori . Viene evidenziato come l’efficacia, la sostenibilità e la resilienza del sistema logistico e di trasporto non derivano unicamente da investimenti sulle infrastrutture fisiche, ma anche da un forte impegno per la decarbonizzazione dei trasporti, la digitalizzazione a tutti i livelli, il miglioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto nel settore della logistica, e un bilanciamento maggiore delle relazioni tra lo Stato e il settore privato.
Il documento è suddiviso in tre capitoli:
- La mobilità delle persone.
- Il trasporto merci.
- Sostenibilità ambientale e sociale e resilienza.
Di seguito sono illustrate in modo molto sintetico alcune delle principali evidenze contenute nel documento.
La mobilità delle persone
L’analisi dei flussi origine-destinazione ha evidenziato il grande ruolo dell’Alta Velocità ferroviaria nel connettere le principali metropoli, ma svela anche che oltre il 70% degli spostamenti avviene su distanze inferiori ai 50 km, con il 23% e il 58% dei movimenti dei veicoli (auto, moto e bus) concentrati, rispettivamente, su strade comunali ed extra-urbane.
Gli italiani si muovono prevalentemente usando mezzi privati (62%), in media più inquinanti e vecchi rispetto a quelli degli altri principali paesi europei. La quota di mobilità sostenibile (attiva o con i mezzi pubblici) non cresce da almeno un ventennio.
Le proposte per questo settore:
- vanno attuate misure in un’ottica di “area vasta”, con l’integrazione dei servizi di mobilità (anche grazie allo sviluppo del Mobility as a Service), inclusi quelli non di linea;
- sono necessarie azioni volte a integrare la pianificazione dei trasporti e dei nuovi insediamenti residenziali e commerciali;
- va migliorata l’offerta, sia in termini di infrastrutture, con investimenti su tram, metropolitane e ferrovie urbane, nodi intermodali e ciclovie, sia di qualità dei servizi, anche grazie a una maggiore efficienza delle società che gestiscono i mezzi di trasporto.
- va stimolata la domanda di mobilità sostenibile.
Guardando al lungo periodo, con gli effetti dell’evoluzione demografica e del lavoro da remoto, nel prossimo decennio la domanda di mobilità potrebbe ridursi, specie nel Mezzogiorno e nelle principali aree metropolitane, con un aumento della mobilità non legata agli spostamenti lavoro/scuola, più difficile da intercettare sul piano della pianificazione dei servizi.
Il trasporto merci
I dati analizzati nel documento forniscono una consistenza del trasporto merci in Italia molto al di sopra di quanto fino a oggi stimato:
- nel 2019 sono state trasportate oltre 580 miliardi di tonnellate per chilometro: l’88% ha viaggiato su strada, il 9% via mare e solamente il 3% su ferrovia;
- la percentuale preponderante di trasporto su strada (90%) avviene su tragitti inferiori ai 300 chilometri, distanza per la quale il trasporto ferroviario è difficilmente competitivo.
- I porti rappresentano la prima modalità di connessione con l’estero (con una quota del 59%), seguiti dalla strada (30%) e dalla ferrovia (11%);
- i porti continueranno a svolgere un ruolo di primo piano per i traffici;
- i valichi alpini hanno, e avranno sempre di più in futuro, un ruolo cruciale per il commercio con il resto dell’Europa, confermando l’urgenza del completamento delle gallerie ferroviarie;
- il trasporto aereo mostra volumi modesti, ma ha un ruolo rilevante per le esportazioni extracomunitarie e a elevato valore aggiunto;
- per quel che riguarda la logistica urbana, lo straordinario aumento del commercio elettronico impone un migliore governo del territorio, per evitare la dispersione degli hub logistici e aumentare l’efficienza e la sostenibilità del sistema.
Sostenibilità ambientale e sociale e resilienza
Il documento delinea diversi scenari evolutivi per il tema sostenibilità ambientale, sociale e resilienza, associando a ognuno di essi stime quantitative sulla riduzione delle emissioni al 2030.
Secondo le analisi, la riduzione delle emissioni di gas serra del 43% rispetto ai valori del 2005, come da obiettivo del pacchetto europeo “Fit for 55” per il sistema dei trasporti, è raggiungibile solo nello scenario più ottimistico. È opportuno, perciò, proseguire nelle politiche avviate rafforzando quelle di decarbonizzazione, attivando ulteriori strumenti per ridurre la mobilità improduttiva, incrementando la quota modale del ferro e accelerando la sostituzione dei veicoli più vecchi e inquinanti, privilegiando gli strumenti con il miglior rapporto costi/efficacia.
Rispetto alla sostenibilità sociale e all’accessibilità dei territori, il documento mostra un Paese diviso in tre:
- la prima area, molto accessibile con tutte le diverse modalità di trasporto, anche se con problemi di congestione e di saturazione delle reti;
- la seconda, non accessibile con alcune modalità di trasporto (come l’Alta Velocità ferroviaria), ma più accessibile con altre (collegamenti aerei);
- la terza, remota dal punto di vista geografico e senza un sistema di trasporti in grado di colmare questa distanza.
Gli investimenti programmati sulla rete ferroviaria permetteranno, a regime, di colmare parte di questi divari.
Il documento analizza anche i rischi che possono derivare dai cambiamenti climatici, dalla vetustà delle infrastrutture, soprattutto stradali e autostradali, e dalla complessità morfologica del territorio.
Propone quindi un approccio sistematico agli investimenti di manutenzione rigenerativa delle infrastrutture, a partire da quelle più strategiche e più critiche, per aumentarne la vita utile e consegnare un sistema efficiente alle prossime generazioni.
Il documento si chiude con l’analisi di tre fattori abilitanti e complementari contenuti in capitoli dedicati:
- l’innovazione tecnologica, che comprende la decarbonizzazione, la transizione digitale e veicoli autonomi e connessi, i cui effetti potenziali sono in grado di rivoluzionare il sistema e non sono ancora del tutto compresi;
- il lavoro: un tema storicamente trascurato nella programmazione e che invece è interessato da profondi cambiamenti e da livelli di tutela troppo diversi nei vari comparti, in particolare nella logistica;
- il rapporto tra Stato e mercato: dalla realizzazione delle infrastrutture alla gestione dei servizi offerti, anche in questo caso con livelli di regolazione molto diseguali fra i diversi settori.
Il documento completo è disponibile qui
Fonte: Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili