Il progetto nasce dalla necessità di evitare che un milione di tonnellate di pannolini all’anno usati in Italia da bambini, donne, anziani finiscano a inceneritori o discariche. Unico nel suo genere in Italia ed Europa, l’impianto inaugurato nella sede di Contarina a Lovadina di Spresiano (Treviso) attraverso un processo a scala industriale trasforma il rifiuto in materie prime secondarie.
I pannolini vengono raccolti dai contenitori posti in case di riposo e ospedali, ma anche dalle famiglie con bambini: il processo completamente automatizzato in tre fasi prevede che vengano scaricati su nastro trasportatore e messi sotto pressione per contenere gli odori. Segue la sanificazione che elimina la carica batterica, poi essiccazione e smistamento. Da ogni tonnellata di rifiuto si ottengono, eliminata l’umidità, 150 chili di cellulosa, 75 di plastica e altrettanti di polimero super assorbente. Da questi si producono infiniti altri prodotti, dal packaging per nuovi pannolini alle grucce per armadi, mentre per il polimero si studiano applicazioni anche in agricoltura, per trattenere l’acqua vicino alle colture.
L’impianto «si regge economicamente», precisa Giovanni Teodorani Fabbri, al vertice della Business unit di Fater per il riciclo: «Puntiamo all’industrializzazione del nostro processo di riciclo entro il 2018 e a breve installeremo un impianto con ulteriori innovazioni in Olanda». La tecnologia è pensata per essere replicata nei centri di trattamento rifiuti di province e città, senza dover provvedere a nuove strutture di impatto elevato.