L’aeroporto di Orio al Serio, il terzo in Italia per passeggeri: riesce a differenziare 15 mila chili di plastica, soprattutto bottigliette (come è intuibile), ma deve buttarne via ben 350 mila, di chili perché tante vengono gettate nei cestini, dai viaggiatori, quando c’è ancora un dito d’acqua o di succo di frutta all’interno. La legge italiana dica che qualsiasi imballaggio in plastica contenente liquidi non può essere differenziato dal resto dei rifiuti, nemmeno a posteriori (e cioè nemmeno se ci fosse un servizio ad hoc per frugare nei sacchi dell’immondizia dell’aeroporto e svuotare le bottiglie): quindi tutto finisce all’inceneritore, tutto indifferenziato. Uno spreco che nessun Comune si permette più, eppure succede all’aeroporto (tutti gli scali aerei, almeno in Italia, rappresentano una nota dolente per la raccolta differenziata dei rifiuti). Il problema c’è, anche in Sacbo ne sono consapevoli, e il tentativo di affrontarlo passa ora da un progetto: «Sfida alle plastiche. Riduzione, riciclo, riuso: pratiche sostenibili per Bergamo e il suo aeroporto», firmato dalle cooperative Ecosviluppo di Stezzano e Alchimia di Bergamo, con la partnership di Legambiente, del Comune di Bergamo (che in estate aveva annunciato l’iniziativa) e del Comune di Orio.
Giusto prima di Natale la Fondazione Cariplo ha erogato un contributo da 90 mila euro riconoscendo la validità sociale e pubblica del progetto: sarà un piano tutto da studiare, a partire dai dati sulla raccolta rifiuti forniti dai Comuni e dall’aeroporto, per elaborarne eventualmente di nuovi e passare all’azione. Una prima riunione operativa tra i soggetti coinvolti è fissata per il 23 gennaio. Il progetto sarà diviso in due: una riduzione dell’uso di contenitori in Pet, o anche di forchette e posate usa e getta, in Città Alta, con uno studio su quell’area specifica, sempre più a vocazione turistica; uno specifico sulla gestione dei rifiuti  dello scalo di Orio, con numeri che parlano chiaro
Nello specifico l’aeroporto riesce a conferire alla raccolta esterna 15 mila chili di plastica differenziata, destinati quindi al riciclo, ma produce anche 1 milione e 400 mila chili di rifiuti indifferenziati. Incidono, in buona parte, i circa 100 sacchi di indifferenziato che arrivano dagli aerei ogni giorno, ma anche, in modo significativo, le bottigliette con dentro un po’ d’acqua. Quante? Un calcolo, che sarà ridefinito proprio durante il percorso del nuovo progetto, era già stato fatto dagli operatori della Ecosviluppo: su 1 milione e 400 mila chili di rifiuti indifferenziati, circa un quarto, e cioè 350 mila chili, è rappresentato dai contenitori che, a causa dei liquidi, non sono più trattabili come plastica.
Fonte: Repubblica
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