Riutilizzare i computer e sviluppare l’approccio all’informatica, come la salvaguardia dell’ambiente aiuta lo sviluppo della cultura della comunicazione.
Le due facce della stessa medaglia.
Da una parte i computer sono l’immagine dell’orientamento crescentemente dissipativo del mercato.
Appartengono alla grande famiglia delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), settore sempre più trainante dell’economia, perché in casa a scuola, sul lavoro, ci sono sempre più indispensabili. Dovrebbero messere “beni durevoli”, in realtà vengono progettati e accessoriati di software in modo tale da renderli rapidamente obsoleti e diventare così rifiuti (di AEE, quindi RAEE), quasi sempre prima che la loro componentistica (hardware) sia giunta al termine del suo ciclo di vita utile.
Dall’altra in Italia l’Istat (2010) ci dice che oltre il 60% della popolazione di età superiore ai 25 anni non ha mai frequentato un corso di informatica e il 47% della popolazione non possiede una connessione attiva a Internet. E questo, che diventa un limite alle relazioni, è spesso frutto di un atteggiamento mentalmente pigro. Quante volte sentiamo italiane e italiani sopra il …anta uscirsene con frasi come “per carità sono di un’altra epoca … per me solo penna e libro (tutt’al più una calcolatrice …)”.
Qualcuno ha pensato di mettere insieme queste due “informazioni” e colmare una lacuna comunicativa a sociale servendosi di un “troppo” generato dalla società (dei consumi).
Il progetto è partito all’inizio dell’anno ed è stato ideato e promosso da Form’Art, azienda di CastelMaggiore (BO) che si occupa di formazione professionale per adulti, con il patrocinio delle strutture regionali di Confartigianato, Impresa Verde, WWF, Legambiente e Auser.
La domanda base posta dai promotori è: il tuo PC si è rotto e non conviene ripararlo?
L’alternativa offerta è semplice: se stai pensando di buttarlo da oggi hai un’opportunità in più: raccogliamo dai privati e ritiriamo dalle aziende.
Il progetto si articola in tre fasi:
1) Si parte dal ritiro gratuito delle apparecchiature informatiche presso privati e aziende: la fase di raccolta è particolarmente importante anche dal punto di vista ambientale, per due motivi: il carico inquinante che i computer portano con sé tra i rifiuti e il fatto che un pc riciclato significa anche un pc prodotto in meno, con il risparmio dell’estrazione di molte materie prime, l’utilizzo di circa 1500 litri d’acqua e frutto di processi produttivi inquinanti e in condizioni di lavoro discutibili.
2) La seconda fase consiste nella rigenerazione dei vecchi pc tramite una tecnica nota come trashware.:si prendono i pezzi funzionanti dei vecchi pc e si usano per costruirne di nuovi e funzionanti , quanto al software, queste macchine conteranno su sistemi operativi e applicazioni gratuite e open source. Inoltre verranno formati tecnici specializzati. Il corso durerà 40 ore e dopo la formazione i partecipanti potranno lavorare con un contratto a progetto per 4 settimane (rinnovabile), e completare così la propria formazione con l’esperienza pratica.
3) Segue la realizzazione di 5 cicli di incontri formativi (totale 15 ore) dove i computer rigenerati saranno donati ai partecipanti dei corsi: i computer rigenerati verranno donati ai cittadini che parteciperanno ai 5 cicli di incontri di 3 ore cadauno, organizzati in collaborazione con 90 comuni dell’Emilia Romagna.
L’obiettivo dell’iniziativa, che ha il grande pregio di sostenersi senza finanziamenti pubblici, è quello di formare nel corso del 2012 oltre 9.000 cittadini all’uso del computer e di internet e in 90 comuni del territorio emiliano sono stati organizzati incontri per promuovere il progetto;
La sua importanza si riflette sui numeri ottenuti:
– 45 cicli di incontri in tutta l’Emilia-Romagna
– 650 pc rigenerati nel 2012
– 160 pc già consegnati
– 480 utenti in aula tra aprile e giugno
– 260 imprese aderenti
Un sistema per riciclare con intelligenza, risparmiando e inquinando meno. Senza contare l’abbattimento del digital divide!
Soprattutto un buon esempi che potrebbe essere allargato e diffuso, come chiarisce il responsabile del progetto, Giuseppe Cordaro , in un intervista (file:///D:/ARCHIVIO/finestra%20sulla%20prevenzione%20dei%20rifiuti/12.06.19%20no%20a%20spreco%20e%20analfabetismo%20informatico/envi.info%20%20Anch’io%20PC%20%20riduciamo%20i%20rifiuti%20tecnologici%20per%20contrastare%20l’analfabetismo%20informatico.htm ).
Per approfondire vedere http://www.anchiopc.it/progetto/.
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