Il progetto Clean the world raccoglie le saponette “avanzate” negli hotel e le trasforma in detergenza da distribuire a chi ha barriere all’accesso ai prodotti per l’igiene personale.
Trasformare gli eccessi di consumo dei “sovra-consumatori” opulenti in “offerta” di consumi di base per chi ha difficolta di accedervi è “tema ricorrente” sulla Finestra sulla prevenzione dei rifiuti.
Che si è occupata tante volte di come le eccedenze alimentari (tutte, dai resti dei nostri pranzi, anche quando mangiamo al ristorante, ai cibi che compriamo in eccesso e “ci restano” in frigo o nella dispensa, ai surplus delle produzione e distribuzione alimentare) possono essere veicolati a chi si trova anche momentaneamente in difficoltà ad accedere al cibo[1].
Ma, oltre al “divario alimentare”, che pone in situazione di bisogno quote crescenti di popolazione in difficoltà per procurarsi cibo (e acqua) in quantità e di qualità sufficienti, la società crea molti altri “divari”.
Pensiamo ad esempio alle barriere di tipo igienico.
Nel mondo ci sono circa 2,7 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari e tra questi circa 1,5 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età muoiono ogni anno contraendo malattie che l’uso di una semplice saponetta avrebbe potuto scongiurare.
Per questo, fin dal 2009, un signore di nome Shawn Seipler, dopo una vita passata come venditore per gli Hotel di mezzo mondo, si è inventato una opportunità per trasformare il surplus di detergenze di altri prodotti da bagno degli Hotel, spessissimo mono dose, e in prodotti ancora utilizzabili da chi è con difficoltà può accedervi l’ha chiamata Clean the world[2].
Vi sarà capitato quando passate delle notti in albergo, di lasciare in bagno i resti delle mono dosi – di saponi, shampoo e altri elementi per l’igiene personale che vi sono offerti in gran numero.
La prossima volta cercate di portarveli via: come il cibo parzialmente consumato al ristorante, anche un mezzo shampoo o una saponetta usata a metà possono venire buone a casa …
Altrimenti per salvarle dal triste destino di rifiuto destinato allo smaltimento, potete solo sperare che l’albergo che avete frequentato sia uno degli oltre 8.000 (tra hotel e resort) che collaborano con Clean the world.
Collaborare al progetto[3] non costa molto per le strutture che decidono di impegnarsi.
Basta raccogliere iprodotti per l’igiene in due contenitori (verde per le saponette, blu per le bottiglie) e spedirli in una delle strutture di Clean the World. che si occuperà, poi, di lavorarle.
E di redistribuirle in forma di detergenza ai destinatari del progetto: le madri che vivono con meno di 2 dollari al giorno e che per questo si vedono costrette a scegliere tra il cibo e l’igiene, mettendo ovviamente al primo posto il nutrimento per i propri figli.
Ma, sempre per quelle madri, ricevere delle saponette diventa fondamentale per la prevenzione di malattie che potrebbero inficiare gravemente la loro salute, dando luogo nei casi più gravi alla morte dei loro bambini.
Un’altra dimostrazione di
come si può lavorare contro le disuguaglianze e per l’ambiente con il piccolo
gesto di considerare risorsa quello che in una organizzazione dei consumi
dispari ed assurda è considerato scarto …
[1] V. testo e note del pezzo dedicata alla “Giornata contro o spreco alimentare” del 5 febbraio 2019 (anche quest’anno si è svolta in 5 febbraio l’edizione 2020) https://www.labelab.it/dfgh987/la-giornata-mondiale-contro-la-spreco-alimentare-5-febbraio-2019/
[2] https://cleantheworld.org/
[3] https://www.ehabitat.it/2020/02/10/clean-the-world-saponette-rifiuto-hotel/