Saggistica, letteratura, riconoscimenti fanno i conti con il senso del limite.
Un’idea dello scrittore Antonio Galdo[1] (autore del libro “Basta poco” – Einaudi) ha fatto nascere il premio “Non sprecare”, giunto alla seconda edizione.
Il concorso ha come finalità la promozione e la valorizzazione delle buone pratiche orientate a capovolgere il paradigma contemporaneo dello spreco.
Le proposte dovranno pervenire entro il 30 settembre 2011 all’indirizzo di posta elettronica premio.nonsprecare@gmail.com oppure all’indirizzo postale “Premio non sprecare”, via Sardegna, 55 – 00187, Roma.
Non sprecare è uno dei filoni culturali (ma anche sociali, e produttivi) fodamentali della (post) modernità.
Negli ultimi 200 anni di “rivoluzione industriale” l’homo industrialis ha compiuto grandi progressi materiali. Ma il nostro benessere si è localizzati “da noi”, nel nord del mondo e a prezzo della compressione del soddisfacimenti dei bisogni del sud. E non ha tenuto conto che stava giocandosi un capitale naturale fatto di materia ed energia non diponibili in modo illimitato[2].
Allora la “civiltà del riuso” diventa uno dei dati fondanti una cultura sostenibile – attenta a non sperecarle – e del “cambio di paradigma”.
L’importanza culturale, sociologica e produttiva del riutilizzo di materiale ed oggetti che hanno perso utilità per gli originali fruitori, ma non per altre/i è ben descritta da Guido Viale [3].
Lo spirito del premio guarda ad “un’umanità meno avvilente per le contraddizioni e gli squilibri che noi alimentiamo con il nostro stile di vita” (per usare le parole del suo promotore). Quindi
dalla riscoperta di cose semplici e dell’eliminazione dell’ingiustificata rincorsa all’inutile e al superfluo.
Il riconoscimento per il 2011 sarà articolato in quattro sezioni: personaggio, istituzioni, enti e associazioni, imprese e scuole. Verrà assegnato a persone fisiche o giuridiche che abbiano realizzato, nel corso dell’ultimo anno, “originali e utili iniziative antispreco”.
Un atteggiamento valoriale non passatista, ma propfondamente attuale e strettamente legato ad un cambio di paradigma scientifico all’uso di materia ed energia per uno sviluppo sostenibile.
Non a caso i vincitori saranno proclamati il prossimo mese di ottobre in occasione del Festival della scienza di Genova. E non a caso nello stesso periodo a Genova verrà inaugurato quel Museo della rumenta che offrirà al visitatore la possibilità di scoprire in modo interattivo come la corretta gestione delle risorse e dei rifiuti stia alla base di una indispensabile “rifondazione sostenibile dei comportamenti”.
[1] Basta poco – pensieri forti e gesti semplici per una nuova ecologia della vita quotidiana – Antonio Galdo – Einaudi 2011. V.
[2] Vedere Futuro sostenibile – le risposte eco-sociali alle cirisi in Europa – Wupperstal Institute a cura di Wolfang Sachs e Marco Morosini – Edizioni Ambiente – 2011.
[3] La civiltà del riuso – Riparare, riutilizzare, ridurre – Guigo Viale – Laterza 2009.