È stato pubblicato da ISPRA nei giorni scorsi il Rapporto Rifiuti Urbani 2018, giunto alla sua ventesima edizione, frutto di una complessa attività tra di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale per il Ciclo dei Rifiuti dell’ISPRA, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art. 189 del d.lgs. n. 152/2006. Fornisce i dati, aggiornati all’anno 2017, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale. Riporta, inoltre, le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario.
Il Rapporto, tra i dati principali, sottolinea come torni a scendere la produzione dei rifiuti nel 2017. In calo inceneritori e discariche. Regioni del centro Italia pagano 50 euro in più all’anno rispetto al Nord.
Alcuni dati di sintesi per tema:
produzione di rifiuti urbani

  • 29,6 milioni di tonnellate riduzione dell’1,7% rispetto al 2016;
    nel quinquennio 2018-2013 si riscontra una sostanziale stabilità della produzione (+0,08%) Dopo il brusco calo del biennio 2011/2012;
  • Il calo si riscontra in tutte le macroaree geografiche, risultando pari al -2,2% nel Sud, al -2% nel Centro e al – 1,4% nel Nord. La maggiore contrazione si osserva per l’Umbria (-4,2%), seguita da Molise (-3,1%), Basilicata (-2,8%) e Toscana (-2,7%);
  • in Emilia Romagna le province dove si producono più rifiuti urbani per abitante in Italia: in testa Rimini con 727 chilogrammi, un dato comunque in calo rispetto ai 740 kg del 2016.

raccolta differenziata:

  • in Italia raggiunge la percentuale di 55,5%;
  • più alti i valori al Nord (66,2%), più bassi al Sud (41,9%), mentre il Centro Italia si colloca poco al di sotto della media nazionale (51,8%);
  • 13 le regioni che raccolgono in maniera differenziata oltre la metà dei rifiuti urbani annualmente prodotti, il Veneto la regione con la più alta percentuale di raccolta differenziata pari al 73,6%, seguita da Trentino Alto Adige con il 72%, Lombardia con il 69,6% e Friuli Venezia Giulia con il 65,5%;
  • A livello provinciale il valore più alto in Italia di raccolta differenziata viene raggiunto dalla provincia di Treviso con l’87,8%, seguita da Mantova (86,6%), Belluno (83,4%) e Pordenone (81,6%). Il valore più basso in Sicilia Enna fanalino di coda (11,3%), seguita da Siracusa (15,3%) e Palermo (17,3%).

Frazione organica raccolta in modo differenziato: cresce solo dell’1,6% nel 2017, mentre, negli ultimi sette anni era aumentata di quasi 8 punti percentuali l’anno, con picchi del 9,6% tra il 2013 e il 2014.
Dotazione impiantistica e trattamento:

  • i rifiuti urbani prodotti nel 2017 sono stati gestiti in 644 impianti. Lo smaltimento in discarica, pari a 6,9 milioni di tonnellate, interessa il 23% dei rifiuti urbani prodotti, evidenziando una riduzione del 6,8%. Le discariche operative, nel 2017, sono 123, 11 in meno rispetto all’anno precedente;
  • Il riciclaggio delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani raggiunge, nel suo complesso, il 47% della produzione: il 20% è costituito dal recupero di materia della frazione organica (umido+verde) e oltre il 27% dal recupero delle altre frazioni merceologiche;
  • scendono a 39 gli impianti di incenerimento operativi (due in meno rispetto all’anno precedente). Quantità di rifiuti urbani inceneriti comprensivi del CSS, della frazione secca e del bioessiccato ottenuti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani stessi, sono quasi 5,3 milioni di tonnellate (-2,5% rispetto al 2016);
  • Il 70% circa dei rifiuti viene trattato al Nord, l’11% al Centro e quasi il 19% al Sud;
  • A livello di trattamento non tutte le regioni sono dotate delle necessarie infrastrutture, in molti contesti territoriali si assiste ad un trasferimento dei rifiuti raccolti in altre regioni o all’estero.

Import- export:

  • Nel 2017 l’Italia ha esportato 355 mila tonnellate di rifiuti urbani. Il 40% è stato trasferito in Austria (27,8%) e Ungheria (13,1%): si tratta soprattutto di Combustibile Solido Secondario (CSS) derivante dal trattamento di rifiuti urbani (rappresenta il 37,1% dei rifiuti esportati);
  • Sono circa 213 mila tonnellate i rifiuti del circuito urbano importati nel 2017 e destinati ad impianti di riciclo.

Costo medio:

  • L’analisi economica condotta sui dati MUD, per l’anno 2017, su un totale di 6.345 comuni, rileva, a livello nazionale, che il costo totale medio pro capite annuo è pari, nel 2017, 171,19 euro/abitante per anno;
  • A livello territoriale il costo totale annuo pro capite, del servizio, risulta pari a 151,16 euro/abitante per anno al Nord, a 206,88 euro/abitante per anno al Centro ed a 182,27 euro/abitante per anno al Sud;
  • Il Rapporto contiene anche uno studio sui comuni che applicano il regime di Tariffazione puntuale basato sull’utilizzo di sistemi di rilevazione e quantificazione della produzione dei rifiuti riferiti a ogni singola utenza servita.

Il confronto con L’Europa:
I valori pro capite dell’Italia, relativi a produzione e gestione dei rifiuti urbani nel 2016, mostrano differenze rispetto alla media dell’Unione a 28. Produciamo più rifiuti, ne destiniamo di meno alle quattro forme di trattamento finale individuate da Eurostat. Conferiamo in discarica una percentuale di rifiuti urbani trattati maggiore della media UE28, ma anche la percentuale avviata a compostaggio e digestione anaerobica è superiore alla media dell’Unione.
Il comunicato stampa di sintesi d il rapporto Rapporto Rifiuti Urbani 2018 sono disponibili nel sito ISPRA  qui.
Fonte: ISPRA