Si è tenuta lo scorso 14 ottobre la presentazione del Rapporto Unirima 2020. Giunto alla terza edizione, analizza l’andamento della filiera della carta in Italia, con i dati sul settore e la dinamica dei prezzi aggiornati al 2020 e fornisce un quadro aggiornato sui mercati e gli scenari internazionali, esplorando le possibili evoluzioni del comparto nella ripresa economica con particolare riferimento alla normativa nazionale.
Sono oltre 6,56 milioni le tonnellate di carta da macero prodotte in Italia nel 2019 dalla filiera del riciclo della carta (-2% rispetto al 2018). Lockdown e guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti hanno inciso sul settore, con un calo stimato per il 2020 pari al 3,2% di raccolta differenziata (carta e cartone), a cui però hanno corrisposto un incremento dei prezzi e una contrazione per l’export, che passa da 1,9 milioni del 2018 a 1,8 milioni di tonnellate (-5%), su cui incide il crollo del mercato cinese (-83%). Il rapporto sottolinea  “la necessità di puntare sull’export e l’importanza del decreto “End of Waste”, una misura concreta per realizzare una società del riciclo e del recupero, e che l’industria della carta da macero sia al centro del Recovery Plan”.
Nel  dettaglio:
Carta da macero
Il 57% della produzione totale italiana di carta immessa sul mercato è effettuata mediante fibre da riciclo. Nel 2019, in un quadro di stagnazione dell’economia nazionale, la produzione italiana di carta e cartone è stata in calo del 2% rispetto all’anno precedente. Di queste, circa 4,6 milioni di tonnellate sono per imballaggi e i restanti 4,3 milioni altre tipologie di produzioni cartarie. Carta e cartone raccolte costituiscono circa il 20% della raccolta differenziata complessiva dei diversi materiali provenienti dai rifiuti urbani, rimanendo così la principale frazione tra quelle raccolte dai Comuni. Nel 2019 la raccolta differenziata comunale ha superato le 3,5 milioni di tonnellate, equivalente a circa 57,5 kg per abitante, in crescita di circa 102.000 tonnellate sull’anno precedente grazie all’incremento nel Meridione. Cala la raccolta differenziata nel 2020, con un quantitativo stimato pari a 3,4 milioni di tonnellate. Nel 2019 la produzione di carta da macero (materia prima secondaria) in uscita dagli impianti di recupero/riciclo si è attestata sulle 6,56 milioni di tonnellate, in riduzione rispetto al 2018, delle quali 1,82 milioni sono state esportate mentre 4,75 milioni sono state usate dalle cartiere italiane.
Carta e cartone, al sud il 42% degli impianti per la differenziata
La raccolta differenziata di carta e cartone nel canale domestico è effettuata da aziende pubbliche e private, mentre quella derivante da attività commerciali, artigianali, industriali e di servizi è svolta da imprese private del settore della gestione dei rifiuti che sono spesso attive anche nelle successive fasi di selezione, valorizzazione e trading. Gli impianti di trattamento rifiuti che ricevono carta e cartoni sono circa 600 e sono distribuiti in modo capillare sul territorio nazionale. Quelli che ricevono la raccolta differenziata di carta dai Comuni sono 364 con una distanza media di 16,2 km dai bacini di raccolta: il 42% è presenti al Sud, il 39% al Nord e il 19% al Centro Italia. 3.050.000 3.100.000 3.150.000 3.200.000 3.250.000 3.300.000 3.350.000 3.400.000 3.450.000 3.500.000 3.550.000 2016 2017 2018 2019 2020 RD comunale di carta e cartone (t/anno)
Prezzi carta da macero: incidono i dazi Cina-Usa e il lockdown
Il mercato dei maceri viene da una fase di profonda crisi per gli impatti congiunti di diversi fattori, sia nazionali che internazionali. A livello globale, le conseguenze della guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti, le politiche restrittive attuate dal governo cinese sulle importazioni di materiali di recupero e la saturazione dei mercati alternativi meno competitivi hanno portato ad avere, in particolare nel 2019, una forte riduzione dei prezzi per effetto della domanda debole e incapace di assorbire il surplus produttivo europeo, pari a circa 8 milioni di tonnellate. In Italia, le quotazioni dei maceri hanno, pertanto, registrato un crollo soprattutto nel 2019, come testimoniato dal -88% nel caso del cartone tra gennaio e dicembre, valore poi diventato quasi nullo nel primo trimestre 2020, quando ha toccato così il minimo storico. Questo scenario ha registrato un brusco mutamento durante il lock down, con gli impianti di trattamento rifiuti per la produzione di materia prima secondaria rimasti operativi, poiché inseriti tra i settori essenziali dell’economia; per la scarsa raccolta differenziata il comparto ha però incontrato difficoltà nel soddisfare la domanda di carta da macero sul mercato. Ne è quindi corrisposto un aumento vertiginoso dei prezzi che si è poi assestato su valori più bassi e successiva leggera ripresa a settembre 2020.
La stagnazione
Dal rapporto emerge così che nel 2019, in un quadro di stagnazione dell’economia nazionale, la produzione italiana di carta e cartone è stata in calo del 2% rispetto all’anno precedente. Si rileva poi che dei circa 600 impianti di carta e cartone “distribuiti in modo capillare sul territorio nazionale” il 42% si trova al Sud, il 39% al Nord e il 19% al Centro. L’analisi evidenzia inoltre un crollo verticale dell’83% delle esportazioni verso la Cina, da 592.500 tonnellate nel 2018 alle 98.466 tonnellate nel 2019, con l’Indonesia che la scalza come primo partner commerciale passando da un’incidenza del 6% nel 2015 ad una del 22% nel 2019.
Il  rapporto, il comunicato stampa di presentazione,  gli atti ed alcune video interviste ai relatori sono disponibili qui
Fonte:  Unirima